“Furto di rame all’ex stabilimento“, “Rubano rame dal cimitero (!!)”, “Furti di cavi di rame dal cantiere della Tav“, e ancora “Sorpresi a rubare rame in casa di riposo“. Questi sono solo alcuni degli ultimi titoli di articoli sui furti di rame. “Manco fosse oro!” verrebbe da dire. E invece è come se lo fosse!
Con l’impennata dei prezzi degli ultimi tempi il rame è diventato un investimento altamente redditizio (investire su di esso è senza dubbio meno rischioso che tentare di rubarlo!). I suoi usi si sono moltiplicati con l’evoluzione tecnologica, essendo questo metallo presente nei cellulari e negli elettrodomestici ad esempio, e la richiesta mondiale è improvvisamente cresciuta. Dal 1995 ad oggi è cresciuta del 40%. Sono sempre di più anche i fondi che puntano sul rame così come un tempo si faceva solo con l’oro.
Il prezzo del rame è attualmente di 4 dollari ma c’è chi scommette su un rialzo ancora maggiore, sostenuto in primis dalla richiesta delle industrie cinesi ed indiane: potrebbe arrivare a 8 e perfino a 10 nei prossimi anni. E sono proprio i mercati emergenti a farne lievitare la domanda: tutte le infrastrutture hanno bisogno del rame, dalle autostrade ai sistemi di conduzione elettrica.
Per investire sul rame esistono degli ETC quotati sulla Borsa italiana che puntano sui metalli, tra cui appunto anche “l’oro rosso“. L’ETFS Copper ad esempio ha come sottostante proprio il rame e riproduce l’indice che replica l’andamento del prezzo del rame. Il rame è valutato in dollari mentre l’Etc è quotato in euro (rischio cambio). Il suo rendimento però è stato del 21,23% da inizio anno e del 13,30% solo negli ultimi 3 mesi.
Abbiamo già sottolineato come in un momento di turbolenza dei mercati come questo le commodities rappresentino uno dei migliori investimenti possibili. In alternativa all’ETC è possibile scommettere anche su Blue Chips di leader mondiali del settore minerario, grazie alle quali con un investimento relativamente contenuto si investe direttamente nei minerali.