Dopo aver chiuso la seduta di lunedì con un ribasso del 2,2% all’indomani dell’annucio delle dimisioni del premier Mario Monti, Piazza Affari si riscatta e chiude la seduta di borsa con un rialzo dell’1,51%. L’indice FTSE MIB ha chiuso a 15.586 punti, spinto dai titoli bancari ma soprattutto dal balzo di Lottomatica (+5,16%) e di Autogrill (+4,96%). L’indice azionario italiano ha beneficiato dell’ottimo dato sulla fiducia delle imprese tedesche: a dicembre l’indice Zew è cresciuto a 6,9 punti dai -15,7 punti di novembre, mentre gli analisti si aspettavano un miglioramento più contenuto a -11,3 punti.
Il clima di maggiore serenità sui mercati finanziari è stato reso possibile anche dal buon risultato dell’asta dei titoli di stato spagnoli a 12 e 18 mesi, che ha visto scendere i rendimenti. Sul mercato secondario dei titoli di stato torna la fiducia sui Btp, in attesa dell’asta odierna dei Bot a 12 mesi. Lo spread Btp-Bund ha chiuso a 340 punti base, che equivale ad un rendimento del titolo di stato italiano a dieci anni di poco superiore al 4,7%.
Ieri la giornata era stata caratterizzata dal duello verbale tra Monti e Berlusconi, con il cavaliere che aveva definito lo spread un “imbroglio”. Monti ha replicato dichiarando di essere preoccupato per lo spread, affermando che è necessario “spazzare via alcuni miti, tipo che ciò che un paese fa non influisce sul suo spread”. Sui mercati finanziari c’è stata, dunque, una buona reazione del sistema-Italia, che però dovrà confermare i progressi di ieri nei prossimi giorni. A Piazza Affari il focus è soprattutto sui titoli finanziari e su quelli con elevato indebitamento, in quanto in questa fase molto correlati all’andamento dello spread.
Si preannunciano giorni ad elevata volatilità, ma molti analisti finanziari non escludono che la borsa italiana possa essere la sorpresa di fine anno e dell’intero 2013, considerando che le valutazioni di molti titoli sono davvero irrisorie. Restano, però, le preoccupazioni per l’andamento dell’economia. Ieri Confindustria ha pubblicato un report nel quale evidenziava un ritardo nella ripresa economica di sei mesi rispetto alla precedente stima: secondo il Centro Studi di Confindustria, l’economia italiana tornerà a crescere solo nel 2014.