Dopo lunghe trattative, la maggioranza delle partecipazioni di Pomellato, la nota gioielleria fondata da Pino Rabolini, è stata venduta al gruppo del lusso francese Kering (ex Ppr della famiglia Pinault). Ancora non sono stati resi noti alcuni dettagli fondamentali dell’intesa, sebbene diverse voci di mercato pongano intorno ai 350 milioni di euro il prezzo pagato dai transalpini per potersi accaparrare la società.
Commentando la notizia, Il Corriere della Sera sottolineava come Pomellato “è il secondo gruppo della gioielleria italiana che passa in mani francesi, dopo Bulgari rilevato dall’altro colosso del lusso parigino Lvmh. In Italia Kering-Ppr possiede gia’ marchi del calibro di Gucci, Bottega Veneta e Brioni. La stessa Gucci ha acquisito nei giorni scorsi il controllo delle storiche porcellane Richard Ginori” (vedi qui il nostro approfondimento sulla transazione Gucci – Richard Ginori).
Ricordiamo anche come la Kering-Ppr abbia acquistato il controllo della Pomellato rilevando le partecipazioni dalla Ra.Mo., la holding di Rabolini, nel cui capitale è presente con il 5% anche l’a.d. di Pomellato, Andrea Morante, che rimarrà chief executive officer della società, mantendo una piccola partecipazione societaria. Sembra invece certa l’uscita completa di Rabolini dalla società.
La società Pomellato, che ha chiuso il bilancio d’esercizio 2012 con un fatturato pari a 146 milioni di euro, è tra i principali brand di gioielleria più importanti del vecchio Continente, e tra i principali operatori del settore a livello internazionale. Il gruppo comprende anche due marchi che hanno un posizionamento differente rispetto al core target societario, come la stessa Pomellato e Dodo.
La rete di distribuzione di Pomellato comprende 86 negozi monomarca, di cui 45 con insegna Pomellato e 41 con insegna Dodo, oltre a 600 punti vendita sparsi in tutto il mondo.
Con l’operazione, un altro pezzo del lusso italiano prende una strada internazionale e, ancora una volta, la transazione ha coinvolto in qualità di acquirente un gruppo d’oltrAlpe, a conferma di una tendenza difficilmente arrestabile.