A ben esaminare i sei nomi che sono stati indicati all’assemblea dei soci da parte della Fondazione MPS, non si può certo dire che a Monte dei Paschi di Siena non gradiscano le sorprese. A parte il nome di Alessandro Profumo – indicato come presidente della banca – e di Fabrizio Viola, attuale direttore generale e in dirittura d’arrivo per diventare nuovo amministratore delegato, gli altri 4 membri del cda sono una vera e propria mossa inaspettata: Angelo Dringoli, Tania Groppi, Paola Demartini e Marco Turchi (solo quest’ultimo ha un’esperienza nella banca, avendo ricoperto fino ad oggi la carica di sindaco revisore).
Ad ogni modo, sorprese a parte, tutte le attenzioni sono concentrate sulla figura di Alessandro Profumo, 55 anni, 15 dei quali passati ai piani alti (altissimi) di Unicredit, considerato molto vicino all’attuale presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, che da tempo aveva ribadito la propria intenzione di non volersi risiedere, per il terzo mandato, al vertice dell’istituto bancario.
Una vittoria, secondo buona parte degli analisti, per Alessandro Profumo, che 18 mesi fa aveva abbandonato Unicredit, e che ora andrà a sedere nel trono più alto della banca più antica del mondo. Di contro, colui che era stato indicato come l’artefice della cacciata di Profumo, Dietr Rampl, si prepara a lasciare la presidenza di Piazza Cordusio, dove improvvisamente sembra esser tornata di moda l’italianità a tutti i costi.
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Eppure, stando almeno a dare un’occhiata alle cronache degli ultimi giorni, la nomina di Profumo non sembra esser stata figlia di un atteggiamento omogeneo da parte di tutti i protagonisti della vicenda, con qualche parte – posta in certa minoranza – che contestava la sua candidatura preferenziale a presidente.
Tra i nomi candidati a ruolo di sindaci revisori, quelli di Paola Serpi e Claudio Gasperini Signorini.