È fissata presumibilmente per venerdì 21, alle ore 10, la riunione del patto di sindacato Rcs Mediagroup. Una riunione che si preannuncia tuttavia particolarmente complessa, a cominciare dalle modalità di convocazione di uno dei partecipanti fondamentali, Fondiaria Sai. Il Sole 24 Ore, in un articolo a firma di Antonella Olivieri, ha compiuto un interessantissimo approfondimento su quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni tra i piani alti della società che si occupa dell’editoria con il Corriere della Sera & co.
“A chi inviare la convocazione per quel pacchetto del 5,26% che è nel portafoglio di FonSai?” – si domanda il quotidiano economico finanziario – “Tecnicamente Unipol non è ancora rappresentata negli organi della compagnia che era dei Ligresti e non parteciperà alla riunione. Ma il rappresentante del gruppo nel patto Rcs era Massimo Pini, che è recentemente scomparso.
Chi parteciperà dunque all’incontro per FonSai? Magari nessuno? Quel che è certo è che la compagnia di via Stalingrado non ha ancora fatto mente locale sulle partecipazioni del gruppo di cui ha preso il controllo azionario. Ma mentre nel caso di Mediobanca, i paletti sono gli impegni presi con l’Antitrust e la quota nel capitale di Piazzetta Cuccia è destinata di conseguenza a restare in “sonno”, presumibilmente fino alla scadenza del patto alla fine dell’anno prossimo, in attesa di essere ricollocata, nel caso di Rcs non ci sono vincoli d’Authority ma la gestione della partecipazione seguirà probabilmente la stessa filosofia, considerato che anche qui la quota è legata al patto, ma già a metà settembre dell’anno prossimo scade il termine per presentare le disdette all’accordo”.
Ad ogni modo, prosegue il Sole 24 Ore, il gruppo starebbe valutando cosa fare in una situazione di difficoltà di settore, che sembra essere ulteriormente aggravata dai problemi in arrivo dalla Spagna, in grado di produrre una perdita pari a un terzo del capitale. Ridurre il capitale o ripatrimonializzare?
“Scelta che” – ribadisce il quotidiano – “non sarà fatta prima della presentazione del piano strategico al quale sta lavorando il neo amministratore delegato Pietro Scott Jovane, che venerdì prossimo è stato invitato alla riunione dei grandi soci per una pre-view sulla situazione. Quel che viene dato per certo è che il piano dovrà affrontare il nodo delle attività spagnole che stanno sotto il cappello di Unidad Editorial. Quelle stesse attività che non hanno passato l’impairment test, mandando in rosso per 427 milioni i conti semestrali del gruppo. L’acquisizione di Recoletos, nel 2007 (altri tempi, soprattutto per Madrid), era stata oltretutto finanziata a debito con quella linea di credito da un miliardo a condizioni di favore (tasso del 2% e senza covenants), che è in scadenza alla fine dell’anno prossimo”.
Qui il nostro speciale su RCS e l’aumento di capitale.