Dopo lunghe attese, Della Valle ha affermato di voler aderire all’aumento di capitale di Rcs. A dichiararlo è stato lo stesso imprenditore di Tod’s all’interno di una conferenza stampa nella quale si è detto disponibile a rilevare l’inoptato delle banche, per arrivare a detenere più del 20 per cento (attualmente Della Valle è azionista fuori dal patto di sindacato, con una quota di circa 8,7 punti percentuali). Vediamo pertanto cosa cambia con la rottura degli indugi da parte del manager marchigiano.
“Siamo pronti ad aderire all’aumento di capitale, domani è l’ultimo giorno” – ha dichiarato Della Valle, con affermazioni lungamente riportate su MF – “e sono anche pronto, qualora venissero rispettate le garanzie chieste sulla governance e sul piano, a prendere tutto l’inoptato delle banche, che non hanno voglia di tenersi in casa”.
Sul perché si sia finalmente deciso a partecipare all’operazione di aumento di capitale, l’imprenditore ha affermato che la scelta è stata assunta sulla base di una “visione simile” a quella già espressa dagli altri soci sul piano industriale e su una nuova governance dell’azienda, più moderna e senza influenza del patto di sindacato. Pare inoltre che Della Valle abbia ricevuto opportune garanzie da parte di alcune persone interessate (ma non Fiat) sulle modifiche da apportare alla stessa governance.
“Dopo l’aumento ci saranno delle valutazioni su un aggiornamento del piano industriale e sulla necessità di ridisegnare il cda” – ha dichiarato l’imprenditore, per poi aggiungere, in merito a tali garanzie, di augurarsi che “non ci sia da fare una battaglia (…) Bisogna avere altre idee e percorrere altre strade (…) Ciò che spero è che almeno 5 azionisti siano al 10% e insieme governino l’azienda con grande competenza, Io non ricoprirò nessun ruolo, in qualunque ipotesi. Io condivido che le banche escano fuori dal capitale della società perché è un mestiere che non compete loro. Rcs ha dei problemi serissimi e occorre che sia gestita con una governance moderna”.