Edison sta per avviare (o subire) il riassetto del proprio debito, che diverrà oggetto di una significativa ristrutturazione. Il tutto contemporaneamente all’estinzione dei debiti della holding di Transalpina di Energia e, ma solo in futuro, una maggiore semplificazione della struttura di controllo delle società italiane. A sceglierlo è Edf, il gruppo francese il cui timone sta per passare di mano (cambio manager Edf), che avvierà un’azione molto incisiva per riequilibrare la finanza del gruppo, al termine dell’opa residuale sulla Foro Buonaparte.
Ma cerchiamo di riassumere i passi fondamentali di quanto accadrà: il primo step è rappresentato da quanto accadrà il 14 settembre, a margine del delisting di Edison (recentemente abbiamo affrontato il tema con: Il cda di Edison si pronuncia sull’offerta pubblica di acquisto). In quel giorno scadrà il prestito da 1,2 miliardi di euro contratto nel 2005 dalla Transalpina di Energia per rilevare la maggioranza della società. Edf vuole estinguere il finanziamento con risorse proprie.
Allo stesso tempo, Edf vorrà ottimizzare la gestione delle passività della Edison (circa 3,2 miliardi di euro), diminuendo il peso degli oneri finanziari che sono stati pari a 49 milioni di euro nel primo semestre (contro gli 85 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente: merito della cessione di Edipower). Edf farà così fronte ai prestiti bancari di Edison, rimborsando altresì in anticipo i tre bond della società, per un totale di 1,45 miliardi di euro (banche) e 1,8 miliardi di euro (bond) da qui al 2017.
Per quanto invece concerne la semplificazione della struttura di controllo italiana, dopo il ritiro del titolo Edison dalla Borsa milanese, Foro Buonaparte farà capo per il 19,3% alla Mntc e per la restante parte a Transalpina di Energia, controllata al 100% dalla Wgrm. Probabilmente, o almeno così si legge nella stampa parigina, Mntc e Wgrm potrebbero essere fuse in Transalpina, che diverrebbe unica controllante di Edison e holding di riferimento per l’Italia per Edf.