La giornata di ieri è stata assolutamente disastrosa per le azioni Saipem, che hanno chiuso la seduta di borsa con un ribasso del 34,29% a 20,01 euro. Il titolo, che per buona parte della giornata non è riuscito a fare prezzo, è stato bersagliato dalle vendite degli investitori e da una clamorosa raffica di downgrade da parte di broker e banche d’affari. Il “mercoledì nero” di Saipem alla borsa di Milano è la conseguenza dell’annuncio del profit warning per il biennio 2012-2013, arrivato in chiusura di mercati il 29 gennaio.
La società petrolifera milanese ha bruciato in una sola giornata 4,5 miliardi di euro di capitalizzazione di borsa, che in poche ore è scesa sui livelli di tre anni fa a 9 miliardi di euro da 1,35 miliardi di euro. Il conto è salato anche per i grandi azionisti, ovvero Eni e il Tesoro. Il Cane a Sei Zampe ha visto la propria quota del 43% perdere valore per 1,9 miliardi di euro in poche ore.
Eni ha già fatto sapere che l’impatto negativo sul proprio utile netto sarà pari a 200 milioni di euro. Il titolo energetico ha perso alla fine il 4,71% a 18,4 euro, trascinando al ribasso l’intero listino milanese che in chiusura segnava una perdita del 3,36%. Tornando a Saipem, il titolo è sceso nell’intraday fino a 18,61 euro con volumi record pari a 45,2 milioni di azioni scambiate. Il minimo di ieri è il più basso da ottobre 2009. Ad affondare Saipem in borsa è stato il profit warning, soprattutto sugli obiettivi 2013.
Quest’anno gli utili e il risultato operativo si dimezzeranno rispetto al 2012, rispettivamente a 450 milioni e a 750 milioni di euro. Gli analisti stimavano utili 2013 a un miliardo di euro e un ebit a 1,6 miliardi di euro. Rivisto al ribasso anche l’utile netto 2012 a 900 milioni da un miliardo e l’ebit a 1,5 miliardi da 1,6 miliardi. Ieri ben 11 broker hanno tagliato rating e target price sul titolo: il prezzo obiettivo più basso è quello indicato da Macquarie a 17,6 euro.