Il consiglio di amministrazione di Telecom ha dato il via libera a 4,4 miliardi di euro di svalutazioni, con una perdita pari a 1,6 miliardi di euro provocata dagli effetti dell’impairment test. Il 2012 si chiude pertanto con il segno negativo, e con il colore rosso, per la società TLC italiana. Eppure, non tutte le notizie sembrano essere deludenti per il board della compagnia: vediamo allora perché il bicchiere può anche esser considerato come mezzo pieno.
Stando a quanto affermato dal presidente esecutivo Franco Bernabè, infatti, il risultato negativo del 2012 sarebbe ascrivibile solo ed esclusivamente a un impatto di natura contabile, che non pregiudica il percorso di riduzione dell’indebitamento della società (vedi anche Telecom Italia riduce la perdita nel 2012).
In occasione della convocazione dell’assemblea per il 17 aprile 2013, verrà proposta formalmente la copertura della perdita d’esercizio attraverso l’utilizzo di riserve e la distribuzione ai soci di un dividendo pari a 2 centesimi per le azioni ordinarie e di 3,1 per le risparmio.
Ancor di più, in una nota diffusa pochi giorni fa, il consiglio di amministrazione della società ha ritenuto opportuno precisare come il risultato operativo, con gli effetti delle svalutazioni, si è ridotto a 1,9 miliardi; i ricavi sono invece calati dell’1,5 per cento a 29,503 milioni di euro, per una riduzione dovuta prevalentemente alla business unit italiana, a cui tuttavia si contrappone positivamente la crescita in Argentina e in Brasile (vedi anche Telco svaluta Telecom Italia a 1,2 euro).
Sul fronte patrimoniale, la società informa infine che Il debito è sceso a 28,274 milioni grazie al positivo contributo del flusso di cassa operativo, in aumento di 703 milioni rispetto al 2011. Il presidente Bernabè ha poi aggiunto come mediante il piano del prossimo biennio Telecom ha confermato il costante impegno negli investimenti dedicati alle reti di nuove generazioni: una strategia che permetterà di conseguire un vantaggio competitivo utile per fronteggiare nel migliore dei modi la concorrenza nel comparto tecnologico e garantire un miglior posizionamento del gruppo sul mercato italiano e internazionale.