Telco ha rifinanziato il debito rinnovando il patto fino al 2015. Il merito dell’operazione finanziaria è relativo all’accordo degli azionisti della compagnia (Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Telefonica), che hanno trovato un’intesa sullo shareholder agreement per 3 anni, fino al 28 febbraio 2015, consentendo così alla società che detiene il 22,5% di Telecom Italia di poter ripianare sul medio termine la propria principale esposizione passiva.
Al di là della scadenza, i termini e le altre condizioni di riferimento rimangono pressochè invariati, come il diritto di richiedere la disdetta del patto tra gli azionisti, e la scissione, attraverso una comunicazione da inviare tra le date del 1 agosto 2014 e il 28 agosto 2014. Possibile inoltre esercitare il diritto di disdetta anticipata, con relativa richiesta di scissione, da comunicare tra il 1 settembre 2013 e il 28 settembre 2013, con esecuzione entro i successivi sei mesi.
Oltre a quanto sopra, Telco si è altresì assunta l’impegno di rifinanziare pro quota sulla propria partecipazione al capitale l’itnero debito finanziario in scadenza (per 3,4 miliardi di euro entro la fine del mese di ottobre). La holding potrà ricorre ad altre fonti di finanziamento, con possibilità aggiuntiva di ridurre l’impegno complessivo.
Niente sembra invece deciso per quanto concerne la potenziale svalutazione della quota di Telecom Italia. Stando a diversi rumors, il consiglio di amministrazione di Telco starebbe valutando una svalutazione di 1,2 miliardi netti dell’impiego in Telecom Italia, da distribuirsi per 367 milioni di euro per Generali, 140 milioni di euro a testa per Mediobanca e Intesa Sanpaolo, e 555 milioni di euro per Telefonica.
Mediobanca ribadisce intato il rating neutral sul titolo Telecom Italia, con un target price pari a 1 euro. Citigroup conferma target a 1 euro con consiglio “buy” sulle azioni telefoniche.