Negli ultimi tempi sono stati diffusi numerosi report di analisti finanziari di banche d’affari e broker internazionali che si sono occcupati di Telecom Italia. La valutazione del titolo in borsa, però, non è semplice da decifrare, in quanto la proiezione per i prossimi mesi resta eccessivamente influenzata da troppe variabili-chiave che sono in grado di avere un enorme impatto sull’andamento del titolo a Piazza Affari. Basti pensare al nodo del debito, all’incertezza del business mobile, alla possibilità di una rete unica europea, alla cessione di La7 o alla congiuntura in Italia.
Ieri le azioni ordinarie Telecom Italia hanno chiuso con un ribasso del 2,68% a 0,744 euro, mentre le azioni risparmio con un calo dell’1,62% a 0,6395 euro. In un recente report Société Générale ha suggerito l’acquisto delle azioni del gruppo telefonico italiano, aspettandosi progressi sul fronte della riduzione dell’indebitamento finanziario netto a 28 miliardi di euro e un calo nei ricavi della telefonia mobile del quarto trimestre dello scorso anno meno della precedente stima.
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Anche Equita Sim si aspetta un debito di 28 miliardi di euro a fine 2012, che ritiene un target decisamente abbordabile, ma l’obiettivo di un’ulteriore riduzione del debito a 25 miliardi di euro a fine 2013 viene giudicato “quasi irraggiungibile se non agendo sul dividendo”. La scorsa settimana gli esperti di Deutsche Bank avevano pubblicato un report sul gruppo delle tlc guidato da Franco Bernabè, evidenziando luci ed ombre soprattutto relativamente al nuovo piano industriale 2013-2015. La banca tedesca, però, consiglia di comprare le azioni, perché alla fine dovrebbero prevalere le notizie positive e il debito diminuire nel 2013 e nel 2013.
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Il nodo da sciogliere sembra essere proprio quello dell’indebitamento, una variabile-chiave che i mercati guardano sempre più con maggiore attenzione per leggere i fondamentali del gruppo telefonico. Morgan Stanley ritiene che le stime di consensus siano al momento troppo ottimistiche su Telecom Italia. In particolare la banca americana si aspetta un calo superiore alle attese dell’ebitda nel 2013. E poi c’è un altro rischio all’orizzonte: l’eventuale downgrade da parte di S&P e Moody’s, che al momento valutano l’azienda rispettivamente con rating BBB e Baa2.