Il titolo Telecom Italia ha aperto in calo questa mattina a Piazza Affari, in attesa di capire come si evolverà la partita sullo scorporo della rete. Le azioni ordinarie del colosso telefonico italiano mostrano un ribasso dell’1,41% a 0,699 euro. Il titolo ha toccato un minimo intraday a 0,698 euro, scendendo sui livelli più bassi degli ultimi due mesi e mezzo. Secondo indiscrezioni di stampa, in occasione del prossimo consiglio di amministrazione del 9 novembre, Franco Bernabè presenterà un piano molto più dettagliato sullo scorporo della rete.
Il piano andrà così al vaglio del board, che entro dicembre dovrebbe decidere se portare avanti o meno lo scorporo societario. Il tema resta piuttosto complesso nel suo insieme, senza considerare che in Europa mancano riferimenti importanti di scorporo nel settore delle telecomunicazioni. Innanzitutto, per scorporare un asset è necessario stabilire il perimetro e decidere quanto personale e debito trasferirvi. I tempi non si prospettano stretti, a patto che si voglia davvero andare avanti con questa soluzione.
In parallelo si sta portando avanti un piano con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), ma si è ancora ad uno stadio iniziale. L’advisor scelto da Cdp è Deutsche Bank, che però resta ancora in attesa di avere il primo confronto con i tre consulenti finanziari di Telecom Italia, ovvero Mediobanca, Intesa SanPaolo e Morgan Stanley. Entro fine mese Cdp si aspetta una prima stima sul valore della rete, ma per ora a Deutsche Bank mancano i contatti necessari per lavorare correttamente sul dossier.
Si iniziano anche a fare le prime ipotesi sull’intervento di Cdp. Secondo indiscrezioni Cdp potrebbe rilevare il 30% della newco, come ha già fatto nelle altre reti del gas e dell’elettricità. Intanto, prosegue la caduta del titolo Telecom Italia alla borsa di Milano. Ieri ha perso quasi il 3%, mentre dai top del 12 settembre scorso toccati a 0,857 euro è avvenuta una discesa delle quotazioni del 22%. Ieri Credit Suisse ha tagliato il target price sul titolo a 0,85 euro, confermando il giudizio “neutral”.