Giornata in profondo rosso per il titolo Fiat, che continua a restare sotto i riflettori a causa delle continue bocciature di broker e banche d’affari che all’orizzonte iniziano a paventare un aumento di capitale della società automobilistica torinese per completare l’acquisizione della controllata americana Chrysler. Oggi Fiat è stata boccciata da Ubs, che ha tagliato sia il rating che il target price. La banca d’affari elvetica teme che Fiat possa effettivamente dover lanciare un aumento di capitale per salire nel capitale di Chrysler.
In borsa la reazione degli investitori è stata molto decisa e ha portato le azioni del Lingotto alla sospensione per eccesso di ribasso. Attualmente il titolo quota a 3,318 euro con un calo del 4,87%, ma ha toccato un minimo intraday a 3,312 euro, avvicinandosi così al precedente minimo a 6 mesi toccato quattro giorni fa a 3,31 euro. Ubs ha tagliato la raccomandazione sul titolo Fiat a “neutral” dal precedente giudizio “buy” (comprare le azioni). Inoltre, l’istituto bancario svizzero ha deciso di abbassare il prezzo obiettivo del 63% circa. Il nuovo target price diventa 3,5 euro dal precedente giudizio di 5,7 euro.
Per l’anno in corso Ubs ha tagliato le stime di utile per azione da 0,61 euro a -0,34 euro. Per il prossimo anno, invece, la stima sull’eps passa a -0,31 euro da 0,99 euro. Secondo quanto dichiarato dagli analisti finanziari di Ubs, “l’orologio di Fiat può essere più velloce del ticchettio di Veba”. Ubs si aspetta un compromesso nella vicenda Veba-Chrysler. Sul finire di settembre scorso Fiat si era rivolta a un tribunale americano del Delaware per ottenere la conferma del prezzo dell’opzione sulla quota del 3,32% di Chrysler detenuta dal fondo Veba, opzione che era stata esercitata all’inizio di luglio scorso.
Fiat rivendica 140 milioni di dollari per il 3,3% di Chrylser, ovvero 4,4 miliardi di dollari per la totalità delle azioni, mentre Veba ritiene che il valore sia 342 milioni di dollari (ovvero 10,4 miliardi per il 100% della società automobilistica a stelle e strisce). Secondo Ubs, qualunque sia l’esito della causa sul valore di Chrysler, “Fiat potrebbe dover iniziare a pagare a fair value per più azioni dell’azienda americana”. Ubs ritiene che se Fiat vorrà salire in Chrylser dovrà effettuare un aumento di capitale, considerando che ha un indebitamento netto di 5,4 miliardi di euro (quasi 4 volte l’ebitda).