L’andamento di questo inizio settimana del titolo Ubi Banca è praticamente da dimenticare: in effetti, il gruppo bergamasco si è piazzato addirittura in fondo al Ftse Mib, a causa principalmente della debolezza del comparto bancario europeo, ma anche e soprattutto dei dubbi che stanno avvolgendo il pagamento del dividendo relativo allo scorso anno. Victor Massiah, amministratore delegato dell’istituto lombardo, era stato molto chiaro pochi giorni fa, precisando come gli stress test condotti a livello europeo abbiano provocato una riduzione degli impieghi, con il titolo che è stato addirittura capace di perdere sei punti percentuali.
►SETTORE BANCARIO POSITIVO A PIAZZA AFFARI
Per quel che concerne il dividendo, poi, l’intenzione principale è quella di distribuirlo e pagarlo, ma tutto dipenderà dalle decisioni future della Banca d’Italia. Le previsioni indicate da Massiah mettono in luce una contrazione degli stessi impieghi di 2,5 punti percentuali su base annua, mentre l’acconto sul dividendo dovrebbe attestarsi sui dieci centesimi di euro (nel 2010 era stato superiore, quindici centesimi per la precisione). Un altro elemento che dovrebbe incidere pesantemente, poi, è il giudizio di Deutsche Bank: la banca tedesca ha ridotto il proprio giudizio su Ubi da “hold” a “sell”, lanciando quindi un chiaro segnale di vendita. Come se non bastasse, è ancora possibile una revisione degli obiettivi che si riferiscono al piano industriale, con il target relativo ai costi che dovrebbe però migliorare.
►LA NUOVA OBBLIGAZIONE A TASSO FISSO DI UBI BANCA
Insomma, il titolo in questione è destinato ancora a scendere a Piazza Affari: in particolare, le ultime performance negative e la recessione imminente saranno determinanti, nonostante vi sia un sentimento migliore rispetto ai mesi precedenti per quel che concerne il rischio sovrano del nostro paese. Infine, occorre ricordare che, secondo quanto stimato dalla stessa Deutsche Bank, fra due giorni potrebbe terminare la liquidità che fino a questo momento ha supportato il comparto bancario italiano, un nuovo impulso negativo di cui tenere conto.