Il titolo Ubi Banca è tra i peggiori del listino aizonario milanese in questo inizio ottava sui mercati finanziari. Le azioni dell’istituto bancario sono in calo dell’1,85% a 3,072 euro, con minimo intraday toccato finora a 3,062 euro. Nel week-end alcuni quotidiani economico-finanziari hanno riportato la notizia relativa alla possibile uscita di Ubi Banca dal capitale di Intesa SanPaolo. Ubi detiene attualmente una quota dell’1,2% circa nel capitale di Ca’ de Sass. La dismissione dovrebbe, però, avvenire in modo graduale.
Secondo Il Sole-24 Ore, la cessione della quota avverrà con vendite in più tranche sul mercato. L’altra opzione è la cessione della quota a investitori istituzionali, sebbene fonti vicine alla banca abbiano smentito l’avvio di un private placement. Ubi Banca mantiene la quota nell’istituto torinese ormai da diversi anni. Bisogna tornare indietro ai tempi della Banca Lombarda e Piemontese, che aveva in mano questa quota già prima di fondersi con Banche Popolari Unite (Bpu) in Ubi e prima della fusione di Intesa con il Banco SanPaolo di Torino.
Al 30 giugno scorso la partecipazione di Ubi Banca in Intesa SanPaolo ammontava a circa 186 milioni di titoli iscritti come available for sale. Il valore era pari a circa 208,5 milioni di euro, corrispondenti a un valore unitario di 1,18 euro per azione di Intesa SanPaolo. Venerdì il valore di chiusura dell’istituto bancario di Ca’ de Sass alla borsa di Milano era stato pari a 1,298 euro. Ciò vuol dire che, in caso di cessione, oggi Ubi Banca potrebbe beneficiare di una plusvalenza.
A seguito del clamoroso crollo dei titoli finanziari italiani avvenuto negli ultimi anni, dal 2008 ad oggi Ubi Banca ha effettuato diverse svalutazioni in bilancio per la quota detenuta in Intesa SanPaolo per un totale di 673,1 milioni di euro. Da inizio 2012 la quotazione di Ubi Banca a Piazza Affari è pressocchè invariata, nonostante il titolo sia stato sull’ottovolante in diversi periodi dell’anno.