Apple ha lanciato l’emissione di un bond in dollari. L’operazione era stata preannunciata implicitamente qualche giorno fa, in un comunicato diramato alla Sec americana (l’equivalente della nostrana Consob), nel quale si faceva riferimento alla prossima intenzione di lanciare sul mercato primario una nuova obbligazione contraddistinta nella valuta statunitense.
Dalle promesse, ieri Apple ha scelto di passare ai fatti, varando l’emissione di un bond in dollari in sei tranche, in un’operazione che potrebbe rivelarsi senza precedenti dato che la società che emette il titolo non è una banca.
In altri termini, per caratteristiche e controvalore della transazione, Apple si accingerebbe a tagliare un nuovo e importante traguardo (finanziario): la prima emissione obbligazionaria della società di Cupertino servirà in merito a cercare di finanziare un programma di ritorno del capitale da 100 miliardi di dollari. In altri termini, la società che fu di Steve Jobs intende reperire del capitale di debito attraverso l’indebitamento in obbligazioni, al fine di restituire almeno una parte di quanto ottenuto dagli azionisti nel corso degli anni.
“La società” – commentava Reuters poche ore fa – “offre titoli a tre e cinque anni a tasso fisso e a tasso variabile, ma anche titoli a 10 e 30 anni a tasso fisso tramite Deutsche Bank e Goldman Sachs. Una fonte di mercato ha detto ad Ifr che agli investitori è stato spiegato ieri che questo sarà l’unico bond di Apple dell’anno. L’emissione potrebbe rivelarsi il maggior bond singolo della storia, oltrepassando il record di AbbVie che toccò i 14,7 miliardi di dollari a novembre” (questo il nostro approfondimento sul sito Investi Sicuro).
L’impressione è che la mossa sia stata tutt’altro che inaspettata, visto e considerato che già da diversi mesi il top management stava valutando l’ipotesi di una simile transazione per “compensare” sforzi e fiducia degli azionisti. Una nuova era finanziaria e strategica è oramai stata abbracciata dall’azienda statunitense, con esiti ancora incerti.