E’ un Paese lontano, ma molto vicino in termini finanziari ai paesi occidentali, ed è uno Stato la cui economia può vantare di avere ancora il massimo grado di affidabilità dato dalle agenzie di rating Statunitensi, la prestigiosa tripla A (AAA).
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Naturalmente la crisi economica ha colpito anche questa economia che appare sotto tono come spigano gli esperti di Rbs Bank, si affaccia al nuovo anno con l’intento di ritrovare smalto economico sperando soprattutto in una solida sponda da parte di Cina e Stati Uniti. Infatti i destini della principale economia dell’Oceania dipendono fortemente da quelli della domanda a livello globale con in particolare quella proveniente dalla Cina che risulta il principale traino per un Paese ricco di materie prime come l’Australia.
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Principali partner commerciali dell’Australia sono la Cina (27% del totale delle esportazioni e il 15% delle importazioni totali), il Giappone (17% delle esportazioni e l’8% delle importazioni) e gli Stati Uniti (5% delle esportazioni e il 13% delle importazioni). Il 2013 dovrebbe chiudersi per l’Australia con una crescita di poco superiore ai 2 punti percentuali con il terzo trimestre dell’anno che ha segnato un progresso del 2,30% annuo complice una crescita non troppo sostenuta sia dell’export sia dei consumi privati.
Per quest’anno 2014 le previsioni sono di un’accelerazione non troppo marcata con la Reserve Bank of Australia (Rba), la banca centrale del paese, che prospetta una crescita del 2,5% per poi salire a +3,5% nel corso del 2015. L’Australia è alle prese con un mercato del lavoro che mostra qualche segnale di debolezza: in attesa dei dati di fi ne anno in arrivo giovedì prossimo, a novembre la disoccupazione si è attestata al 5,8%, in rialzo dello 0,1 per cento rispetto al mese precedente.