Quella della vendita della Lonely Planet è una notizia che farà piacere (o dispiacere, a seconda di come la pensiate) a tutti gli appassionati di viaggio che ripongono nelle utili guide le loro speranze di compiere una buona vacanza. Negli ultimi giorni è stata infatti ufficializzata la precedente indiscrezione che voleva l’ex proprietaria, la Bbc Worldwide, disfarsi delle note guide, ad un prezzo giudicato – da molti analisti – conveniente per gli acquirenti.
A comprare le guide Lonely Planet al prezzo complessivo di 51,5 milioni di sterline (pari a 60,5 milioni di euro, al cambio attuale), è stata la società Nc2 Media del miliardario americano Brad Kelley, il cui nome è ben più ricollegabile al settore del tabacco, piuttosto che a quello dei viaggi.
Alla luce del prezzo di vendita, la divisione commerciale del gigante televisivo pubblico britannico realizza una perdita netta di quasi 80 milioni di sterline (quasi 94 milioni di euro), visto e considerato che le guide erano state rilevate tra il 2007 e il 2011 a una cifra pari a 130 milioni di sterline.
A giustificare la transazione è stato l’amministratore delegato della Bbc Worldwide, Paul Dempsey, che in un comunicato ha spiegato come “le guide non si adattano più al nostro obiettivo di concentrare le attività della Bbc nel core business”. Al fine di sgomberare il campo da possibili equivoci, il manager ha poi precisato come il gruppo “non procederà più ad acquisizioni di questo genere”, che già all’epoca dei fatti aveva creato qualche perplessità, considerato che la transazione era stata conclusa, fondamentalmente, con soldi pubblici (a proposito di società operanti nel settore delle telecomunicazioni, pochi minuti fa abbiamo parlato di Cario Communication).
La Bbc si disfa così (rimettendoci) di un business in perdita, visto e considerato le guide, pur storiche e apprezzate, soffrono una serie di fattori esogeni di rilievo come la recessione globale e la concorrenza del web, in grado di offrire informazioni altrettanto attendibili, ma gratuite.