Le decisioni della BCE di cui Mario Draghi si è fatto portavoce hanno guadagnato il sostegno del Governo Tedesco, che appoggia le misure contro la crisi ed il piano della BCE per la crescita. Il riacquisto dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà a condizioni che il mercato non gradisce più è visto da più parti come un tentativo disperato di auto-sostegno; comprare titoli di Paesi interni all’Unione Europea poteva avere senso come manovra di emergenza in momenti particolari, ma effettivamente basare l’intera ripresa su queste semplici manovre potrebbe non portare alcun risultato, visto che alla fin fine l’Eurozona si chiude su se stessa senza puntare agli investitori esterni che potrebbero invece apportare il giusto sostegno ai Paesi in difficoltà.
Anche se durante le contrattazioni del 2 giugno a seguito della conferenza stampa della BCE il mercato è crollato verticalmente andando a sfiorare i minimi a 5 giorni, la ripresa che nè è seguita ha invertito le aspettative ed anche nella giornata di oggi si conferma una tendenza ribassista di fondo che sostiene il mercato durante le fasi di ritracciamento.
A preoccupare i mercati sono più le divergenze con Wall Street; i due continenti viaggiano su binari diversi dal punto di vista finanziario e mentre oltre oceano la ripresa è in corso, nel vecchio continente vengono riproposte le stesse misure si un anno fa’ che non hanno fermato la crisi dei debiti sovrani. I problemi strutturali dell’Eurozona resteranno tali anche ad Agosto, visto che in questo mese difficilmente succede qualcosa a livello istituzionale. Se il mercato non resterà in un range compresso però allora si potrebbe avviare un’uscita direzionale che punta al ridimensionamento del rialzo avuto nelle ultime due settimane, anche se l’alta volatilità costringerà a stare “alla finestra”.
Le contrattazioni di medio e lungo termine potranno riprendere a settembre, a meno la BCE prenderà una posizione nuova nei confronti della crisi prima della fine di agosto.