Martedì è stato il giorno di Warren Buffett, ieri, san Valentino, è stato quello di Ben Bernanke. Davanti al Congresso Bernanke si mostrato ottimista e si è lanciato in un maldestro, se mi permettete, tentativo di rassicurare i mercati, i quali evidentemente non sono altrettanto fiduciosi.
A Wall Street il Nasdaq ha perso 1,74% a 2.332,54, l’S&P 500 ha lasciato sul terreno 1,34% a 1,348 punti, il Dow Jones a sua volta l’1,40% a 12,376,98. Questo calo è avvenuto nonostante l’arrivo di ben due dati positivi sugli Usa: il deficit della bilancia commerciale e la richiesta sussidi di disoccupazione. Sono 348 mila le domande di sussidi, secondo quanto rivelato dal Dipartimento del Lavoro, – 9.000, con un calo inferiore alle aspettative ma pur sempre un calo.
Migliore delle aspettative invece il dato sul deficit della bilancia commerciale, a 58,8 miliardi di dollari, mentre in novembre era di 63,1 miliardi. L’attesa, e poi la diffusione di questi dati, avevano dato una spinta positiva alla borsa, fino al discorso di Bernanke.
Parole controverse quelle del numero uno della Fed: previsioni in peggioramento per l’economia, con un alto rischio di rallentamento della crescita. I settori dell’immobiliare, quello creditizio ed il mercato del lavoro sono inevitabilmente destinati a peggiorare. “Il mercato del lavoro sofferente, insieme ad altri fattori come gli altri prezzi dell’energia, il calo del valore delle case, pesano sulla domanda di consumi.”
Allo stesso tempo però Bernanke si è detto ottimista grazie anche al pacchetto di misure fiscali appena approvato: questo dovrebbe dare i suoi risultati nel secondo semestre dell’anno. Sul fronte dell’inflazione poche preoccupazioni: la situazione sarà costantemente monitorata ma le previsioni sono per un indice sotto controllo.
Detto questo però Bernanke torna sui suoi passi e ribadisce che il rischio di “downside” resta alto, con la possibilità che il mercato immobiliare e quello del lavoro peggiorino ulteriormente e che emergano ulteriori perdite legate ai subprime per il settore finanziario.
Nel suo discorso al Senato ha messo in conto tutte le possibilità, anche quella di una ripresa verso la fine dell’anno, sottolineando però che la Fed è pronta a tagliare nuovamente i tassi. Parole insomma che all’apparenza potevano sembrare rassicuranti, “ripresa a fine anno“, “inflazione sotto controllo“, ma che cocciano con tutto il resto del discorso, “peggioramento del settore immobiliare“, “nuove perdite possibili“, “rallentamento inevitabile“, e sono proprio queste le informazioni che Wall Street ha giudicato più importanti.