La borsa di Tokyo continua ad essere una delle piazze finanziarie con il rendimento più alto in questo inizio 2013. L’indice azionario Nikkei-225 è salito dell’1,58% a 12.833,64 punti, ma nel corso della seduta le quotazioni avevano superato anche la soglia psicologica dei 13mila punti con un rialzo intraday del 4% circa. I massimi toccati questa mattina dalla borsa nipponica sono i livelli più alti da agosto 2008. Ieri l’indice aveva guadagnato il 2,2%, mentre da inizio 2013 la borsa di Tokyo guadagna quasi il 20%.
A mettere il turbo alla borsa nipponica sono state le nuove misure di quantitative easing dalla Banca del Giappone, che hanno depresso lo yen e i tassi sui titoli di stato. L’azionario è stato trainato dai titoli maggiormente legati all’attività di export, che beneficiando di uno yen particolarmente debole. Inoltre, hanno fatto bene anche i titoli finanziari e del settore immobiliare, che dovrebbe beneficiare molto della politica monetaria reflazionistica della Bank of Japan.
Il rendimento dei titoli di stato giapponesi a 10 anni è sceso sul minimo storico dello 0,315%, anche se poi sono risaliti leggermente. Situazione paradossale sui bond pubblici nipponici a 30 anni: per un certo momento della seduta, i tassi sono scesi al di sotto di quelli a 20 anni. Infatti, lo yield del trentennale è sceso fino allo 0,925%, mentre quello sul ventennale era allo 0,935%. Poi i tassi sono tornati sopra l’1%. Il Giappone avvia nuova svalutazione dello yen, che ieri è sceso sui livelli più bassi da tre anni e mezzo sul dollaro americano. Il cambio euro/yen, invece, ha guadagnato il 5% circa salendo fino a 125,50.
Nonostante l’introduzione del nuovo maxi-stimolo monetario all’economia, il governatore della BoJ, Haruiko Kuroda, non teme affattto l’esplosione di bolle di asset. Allo stesso tempo il premier Shinzo Abe ha elogiato le mosse della BoJ, che ha intenzione di far uscire il paese del Sol Levante dalla morsa della deflazione e di raggiungere entro due anni un obiettivo di inflazione al 2%. Le altre borse asiatiche hanno chiuso in forte calo, a causa delle forti tensioni tra le due Coree e la minaccia di un attacco nucleare del regime nordcoreano agli Stati Uniti.