Il Tokyo Stock Exchange, la borsa valori giapponese, ha vissuto un mercoledì che può essere ragionevolmente considerato come “nero”: in particolare, occorre rimarcare il calo medio delle azioni che fanno parte dell’indice Nikkei, a causa del clima di scarsa fiducia che viene nutrito dai consumatori americani. In effetti, quest’ultimo dato è sceso al suo livello più basso da oltre due anni nel corso del mese di agosto, un evento che ha influenzato anche le piazze finanziarie estere. Nel dettaglio, il Nikkei ha ceduto 0,4 punti percentuali nel corso delle sue ultime contrattazioni, mentre l’indice Topix è rimasto sostanzialmente invariato (è stato comunque perso lo 0,1%). Molti analisti, tra l’altro, hanno notato che le azioni di Tokyo non sono state vendute oltre il limite.
Le previsioni per il futuro parlano espressamente di un assestamento su un valore inferiore ai novemila punti, almeno fino a quando non vi saranno segni di ripresa per quel che concerne l’economia americana. Secondo Barclays, inoltre, gli investitori istituzionali del Giappone, in primis i fondi pensionistici, stanno effettuando acquisti al di sotto della soglia appena menzionata, mentre quelli esteri nutrono ancora delle perplessità ed esitano a comportarsi alla stessa maniera. Tra i peggiori declini bisogna sottolineare gli oltre sette punti percentuali ceduti da Aozora Bank, visto che vi sono delle indiscrezioni circa un possibile rilevamento da parte di Australia and New Zealand Banking Group. Peggio è andata alla Taiheiyo Cement Corporation (-15%), alle prese con le voci relative all’offerta di pubblico acquisto che la andrà a coinvolgere alla fine di settembre.
Infine, un ultimo cenno lo merita la quotazione di Nisshinbo Holdings: il calo di quasi sei punti percentuali è la conseguenza diretta del recente taglio delle stime sui profitti operativi del 2012 (da 14 a 11 miliardi di yen), motivato con la debole domanda interna e la forte concorrenza tariffaria che è stata riscontrata nel corso di quest’anno.
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