La conclusione di questa settimana per le principali piazze del continente asiatico è stata piuttosto incerta per quel che riguarda le prestazioni complessive: una prima spiegazione per questo risultato può essere rintracciata nella maggiore cautela utilizzata dagli investitori, i quali risentono fortemente dell’andamento dei dati occupazionali statunitensi. Entrando nel dettaglio delle contrattazioni, c’è da dire che l’S&P/ASX 200 australiano è cresciuto di 0,2 punti percentuali, imitato dall’NZX neozelandese (+0,1%), mentre il Nikkei Stock Average e il Kospi Composite hanno dovuto fronteggiare dei cali inattesi. L’Oceania e, in particolare, l’Australia ha annunciato delle novità per il comparto minerario dal punto di vista fiscale, con delle agevolazioni societarie per il potenziale impatto industriale; non deve quindi stupire il forte recupero di titoli come BHP Billiton (+1,7%), Rio Tinto (+2,2%) e Fortescue (+4,3%). In Giappone, invece, le azioni sono state influenzate in gran parte dall’andamento delle esportazioni.