Controllo spread non è soluzione a crisi Euro

 Il contenimento dello spread “forzato” e controllato non sarebbe una soluzione in grado di ridare stabilità all’Eurozona. Questo in sostanza è quello che sostiene Amadeu Altafaj, portavoce degli affari economici della Commissione Europea. L’idea di un meccanismo di controllo dei differenziali è stata definita un “paracetamolo finanziario” che potrebbe solamente alleviare i problemi senza risolvere nulla.

La crisi nell’Eurozona è strutturale e radicata nei singoli Paesi; anche se per cause diverse gli effetti convergono in un distanziamento netto tra i Paesi membri, che rispetto alla Germania mostrano dal punto di vista finanziario delle problematiche sulla raccolta dei titoli di Stato, con la diretta conseguenza visibile sui rendimenti in continua ascesa.

Dalla crisi immobiliare in Spagna fino a quella del credito in Italia passando per quella dell’occupazione in Grecia, il risultato è sempre stato un allargamento degli spread, sintomo di una sfiducia di fondo negli investitori verso certe emissioni. Controllare il differenziale non risolve la sfiducia ma mette forzatamente tutti i titoli di Stato dell’Euro allo stesso livello, costringendo gli investitori a scartare quelle scelte che per forza di cose offriranno rendimenti troppo esigui.

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Lo stesso fondo salva-Stati sarebbe uno strumento di controllo; in caso di eccessi infatti un Paese potrebbe far richiesta per l’acquisto dei bond, stabilizzando così il differenziale in maniera “forzata”. Attualmente Altafaj dichiara che non sono arrivate richieste formali per l’acquisto di bond e che quindi non è in programma alcuna misura in questo senso. Il discorso generale si rifà ad una delle prime misure prese dalla BCE per contrastare la crisi imminente; per mesi l’istituto di credito centrale ha programmato acquisti di bond sul mercato a sostegno dei Paesi, che si sono trovati poi in difficoltà una volta che il flusso di compravendite si è interrotto. Anche in quel caso il provvedimento è servito solo ad allontanare l’inevitabile, peggiorando poi le conseguenze e riducendo la liquidità della BCE.

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