Dopo la rinuncia alla carica di ceo di Charles Prince (di Citigroup, prima banca Usa, almeno fino all’attuale crisi dei mutui subprime…), di Stan O’Neal della Merrill Lynch, un’altra personalità della finanza, James “Jimmy” Cayne, 73 anni, getta la spugna di fronte al vortice di crisi che sta colpendo le banche USA, pare però che non abbia deciso di abbandonare la banca, vi resterà infatti come Presidente, nutre quindi buone speranze?
In realtà pare che la decisione di dimettersi non sia frutto di una decisione personale, o meglio, non solo; sembra infatti che siano state le crescenti pressioni dei soci a spingere il top banker di 73 anni ad abbandonare la carica, dopo che il titolo ha perso il 14% da inizio anno. Cayne, diventato nel 1993 Ceo di Bear Stearns di cui è grande azionista, ha notificato ieri al board, secondo le fonti ascoltate dal quotidiano finanziario, la volontà di lasciare la carica operativa pur mantenendo quella di presidente.
Tutte queste pressioni si sono dunque riversate su Wall Street, che dopo un avvio positivo ha invertito drasticamente la rotta per il crollo dei titoli finanziari: il Dow Jones ha perso l’1,93%, l’S&P’s 500 l’1,84% e il Nasdaq il 2,36%. Dall’inizio dell’anno, il Dow Jones è sceso del 5,5%, S&P’s500 il 5% e il Nasdaq l’8%. Arretrano Bear Stearns del 2,7%, Countrywide -16%, Citigroup -2,6% e JP Morgan -2%.
Le Borse europee, invece, riscontrano la prima chiusura positiva del 2008. Il Dj Stoxx 600, termometro dei mercati europei, ha terminato in progresso dello 0,6 per cento. Indici in pareggio a Piazza degli Affari dove a fine seduta il Mibtel ha segnato una flessione dello 0,05% e il SPMib dello 0,08 per cento.
Restiamo in attesa e vediamo se la crisi statunitense si ripercuoterà, nostro malgrado, sull’economia europea.