Anche Opel, uno degli storici marchi tedeschi delle quattro ruote, sta attraversando un momento di non straordinaria felicità. La società ha infatti deliberato l’orario ridotto in due dei propri impianti: una scelta che avrà decorrenza da settembre, e che riguarderà 3.500 operai e 3.300 impiegati, la cui retribuzione subirà un taglio del 6%. Di contro, la società dichiara che la decisione si è resa necessaria per poter garantire il posto di lavoro a tutti i propri dipendenti, in un contesto nel quale la Mercedes ha scelto di produrre in Europa dell’Est le utilitarie con proprio brand.
La decisione e il provvedimento di Opel erano comunque nell’aria, tant’è che la dichiarazione del top management aziendale non ha colto di sorpresa gli analisti, che avevano già digerito i risultati non soddisfacenti sul fronte del fatturato. Negli impianti di Ruesselsheim e di Kaiserslautern, pertanto, prenderà il via la “settimana corta”. Una scelta maturata al termine di un lungo processo di negoziati con i sindacati e, in particolar modo, con la Ig-metall, la centrale dei metalmeccanici, una delle parti sindacali più forti di tutto il mondo.
L’orario ridotto riguarderà inoltre venti giorni lavorativi da settembre fino alla fine dell’anno. Ad esserne esentati saranno i 7 mila impiegati nel reparto ricerca e sviluppo, che continuerà ad occuparsi dello sviluppo delle tecnologie più moderne con i consueti orari.
Sentimentalmente, la decisione di Opel è stata accolta con dispiacere dai tedeschi. La compagnia è ancora considerata come uno dei pilastri dell’automotive nazionale e, soprattutto, continua a sfornare modelli nuovi e commercialmente validi. La crisi dell’auto ha tuttavia colpito in maniera orizzontale e molto incisiva, e nemmeno la storica Opel è riuscita a salvarsi dalla grandine di difficoltà abbattutesi sulle quattro ruote del vecchio Continente.
A nuocere alla crescita della struttura anche l’agguerrita concorrenza di Volkswagen e delle società coreane, in aggiunta alla competizione lanciata da Psa e Renault-Nissan. Qui invece l’accordo Fiat – Opel per l’Europa.