È stato un venerdì nero per le borse mondiali, con gli scossoni che arrivano dal mercato valutario, dove la lira turca continua a crollare. Per il premier di Ankara, Erdogan, il paese è sotto attacco di altri paesi per la sua politica.
I nuovi poteri presidenziali possono intromettersi nella politica monetaria della banca centrale, e abbassare i tassi per stimolare la crescita. Ma i mercati temono il peggio.
La lira turca e i mercati
La moneta turca ieri ha toccato un nuovo minimo storico scambiando a 6,8 con il dollaro. La lira si è svalutata di più del 30% sulla divisa statunitense, dall’inizio dell’anno. La Turchia vive un momento finanziario delicato, tra alta inflazione e rendimenti dei bonds governativi oltre il 20%. Per questo gli investitori non si fidano di un ulteriore abbassamento dei tassi.
Gli Stati Uniti inoltre sono irritati dall’arresto del pastore Brumson e passano alle sanzioni. Washington raddoppia le tariffe doganali per l’acciaio e l’alluminio di Ankara che ora dovranno pagare rispettivamente il 50 e il 20% in più per entrare negli Usa.
Ieri è stata una giornata infernale per le borse, con Milano che ha chiuso a -2,51%, Parigi a -1,59%, Londra a -0,97% e Francoforte a -1,99%. Crolla anche la borsa di Istanbul, con il -2,3%.
Anche Wall Street va giù, con il Dow a -0,65% e il Nasdaq a -0,4%.