Se da un lato la discesa in Borsa di Facebook non è andata esattamente come si era previsto, dall’altro non si può certo dire che il collocamento sia stato negativo.
Il colosso dell’hi-tech, che si è presentato sul Nasdaq con una quotazione record, ha ricevuto sul subito una quantità di domanda notevole; poco dopo il collocamento le azioni sono letteralmente schizzate al rialzo ed i 38 $ iniziali sembravano fin pochi rispetto al top raggiunto, prossimo ai 45 dollari per azione.
Proprio nel momento di massima espressione dell’euforia ecco che il vento cambia direzione ed il mercato crolla sotto il suo stesso peso; il rialzo registrato dopo l’IPO ha spinto molti investitori a liquidare buona parte della propria posizione sul mercato per iniziare ad incassare i profitti dell’ottimo investimento appena registrato.
In un periodo di incertezza un balzo del genere è letteralmente oro per gli investitori, abituati a performance più difficili e meno ampie; il peso delle prese di profitto hanno rischiato di affondare il prezzo delle azioni di Facebook sotto alla soglia critica del valore di apertura, scatenando realmente il panico tra gli investitori.
Proprio nel momento più difficile, ecco che sono scesi in campo i grandi attori del mercato; il consorzio dei sottoscrittori dell’IPO (che conta 33 istituti bancari guidati da Morgan Stanley) ha avviato una nuova fase di acquisto sul mercato proprio per evitare un ritorno del prezzo al di sotto dell’apertura, corrispondente con il collocamento.
►FACEBOOK DEBUTTA IN BORSA MA CHIUDE IN RIALZO APPENA DELLO 0,61%
La giornata di è poi conclusa con una prestazione deludente ma non negativa; dopo il ritardo nell’avvio delle contrattazioni per motivi tecnici, il titolo ha registrato un rialzo prossimo al 13% anche se poi la giornata si è conclusa con un modesto +0.61% con le azioni che venivano scambiate in chiusura intorno a quota 38.23.
►TITOLO FACEBOOK NEL GIORNO DELL’IPO