Il mese di ottobre si chiude con la notizia che potrebbe rivoluzionare, almeno in parte, il mondo dell’editoria. Penguin e Random House, due delle sei principali case editrici del mondo, hanno infatti raggiunto un accordo per fondere le due società, creando il leader mondiale nel settore dei libri, un operatore con un fatturato da 3 miliardi di euro l’anno, in grado di controllare almeno un quarto del mercato americano e britannico, e che si appresta a tracciare una nuova rotta nel settore dell’editoria digitale.
“La minaccia di un’offerta ostile da parte di un terzo incomodo, la HarperCollins di proprietà di Rupert Murdoch, anch’essa parte del club dei “big six”, cioè uno dei sei più grandi editori mondiali, non ha dunque avuto effetto, a meno di colpi a sorpresa nei prossimi giorni” – commentava l’edizione online de La Repubblica a poche ore di distanza dal comunicato – “Secondo le indiscrezioni, la Harper era pronta a pagare 1 miliardo di sterline in contanti per la Penguin, ma subito molti scrittori di quest’ultima si erano opposti all’idea, temendo di essere censurati per le loro posizioni di sinistra se il proprietario del Sun e del Times, del Wall Street Journal e della Fox News, fosse diventato il loro editore. La fusione tra Penguin e Random House è il frutto dell’intesa tra i due conglomerati che le controllano: l’inglese Pearson, specializzata in editoria scolastica ma anche editrice del Financial Times e dell’Economist; e il gruppo tedesco Bertelsmann. Nella ripartizione della nuova casa editrice, che si chiamerà Penguin Random House, la Bertelsmann avrà il 53 per cento e la Pearson il 47”.
Per quanto concerne il management della nuova compagine, è noto che John Makinson, presidente e amministratore delegato della Penguin, diventerà presidente della nuova casa editrice. Markus Dohle, che è invece attuale numero uno della Random House, sarà l’amministratore delegato. La società avrà oltre 10.500 dipendenti di tutto il mondo, con una forte focalizzazione a Londra.