Secondo le autorità monetarie giapponesi, gli organismi internazionali e le banche di investimento, il Paese asiatico sarebbe seriamente influenzato dalla debolezza del mercato immobiliare, dal rallentamento degli investimenti domestici ed esteri. Inoltre, la possibile recessione negli Stati Uniti, uno dei suoi principali soci finanziari, e le elevate quotazioni del petrolio, stanno peggiorando il quadro di riferimento internazionale. Quindi i timori di una recessione globale hanno raggiunto il gigante nipponico. La Bank of Japan indica che la crescita del Pil giapponese si posizionerà all’interno del range 1%- 1,5% per l’anno fiscale in corso (che si concluderà a marzo).
I timori per una recessione in Giappone e la brutta chiusura dei mercati statunitensi di venerdì scorso hanno di nuovo affossato i listini asiatici , Tokyo e Seul chiudono con un ribasso del 4,0% e Hong Kong del 4,25%. Le Piazze europee non potevano non risentire della situazione generale e aprono tutte con ribassi tra l’1,0 e il 2,0%, la nostra Piazza Affari non fa eccezione. Tra i peggiori Alitalia (-3,12%) sulle voci che vedrebbero rimessa in discussione la cessione ad AirFrance della nostra Compagnia di Bandiera, Saipem (-2,64), male anche Unicredit (-2,54%).
Le decisioni di politica monetaria della Banca del Giappone, ha ribadito il governatore, non saranno tuttavia guidate dell’outlook economico a breve termine, l’impatto della crisi subprime sul sistema finanziario nipponico e’ giudicato limitato. La Bank of Japan manterrà il costo del denaro sui livelli attuali, riservandosi di intervenire a seconda della direzione intrapresa dallo scenario internazionale. La strategia attendista sembra quella più appropriata al momento, visto che se optasse per un aumento del costo del denaro rischierebbe di stroncare la crescita, e se facesse il contrario alimenterebbe nuovamente il trend deflazionista.
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