La settimana scorsa è stata segnata dalla crisi tra Stati Uniti e Corea del Nord, con le borse in difficoltà e tutte in negativo. Questa settimana, con meno titoli sui giornali, le borse prendono un po’ di fiato e tentano di recuperare quanto perduto quando la crisi asiatica era in prima pagina.
A tenere il freno a mano tirato sono oggi i dati sull’inflazione degli Stati Uniti, annunciati deludenti e confermati non in linea con le previsioni ottimistiche di questi mesi. Tokyo invece paga lo yen forte, e chiude in negativo del 1%. Meglio le borse europee, con Milano che segna un buon 1,2%, grazie al settore bancario, e Francoforte subito dopo con un +1,1%. Bene anche Parigi, con un +0,9%, mentre è positiva anche Londra, ma solo con un +0,5%.
A Milano si segnala anche la FCA, con le voci dell’interesse cinese a fare da traino. Intanto l’euro scende sotto quota 1,18 dollari e lo spread conferma i 165 punti.
Nell’Eurozona da segnalare il -0,6% della produzione industriale su base mensile, con una contrazione sui beni di capitale (-1,9%), beni di consumo durevoli (-1,2%), beni di consumo non durevoli (-0,4%) e beni intermedi (-0,3%). Il comparto energetico cresce invece del 1,8%. L’indice Vix rimane ai massimi dall’inizio dell’anno.
Pil giapponese in evidenza, mentre la Cina frena. Il petrolio tenta il recupero, sulla base delle voci sul taglio alla produzione libica, mentre si indebolisce l’oro.