Ieri era stata la giornata della grande sbornia per il passaggio della riforma fiscale di Trump in senato, e oggi è arrivato il “mal di testa” post sbornia, con forti vendite e mercati in rosso o appena sopra la parità. Cede il Nikkei giapponese che chiude a -0,37% e vanno giù Francoforte e Parigi. La borsa tedesca segna un -0,33% e quella francese il -0,38%. Meglio vanno Milano, a +0,10% e Londra, a +0,16% mentre perde anche Zurigo dello 0,35%.
Sul fronte valutario, l’euro tiene nel cambio con il dollaro, mentre scende la sterlina, di riflesso al nuovo stallo tra la UE e il Regno Unito sugli accordi per la Brexit. L’euro segna 1,1875 sul dollaro e 133,70 sullo yen. Lo spread scende a 137 punti, per un rendimento decennale italiano dell’1,71%.
Bene i dati italiano sulle Pmi, con l’indice che avanza a 54,7 a novembre dopo il 52,1 di ottobre. Buone notizie anche dall’Istat, che pubblica dati di un economia stabile, se pur non sostenuta, ma soprattutto di un futuro positivo. Il deficit commerciale statunitense di ottobre continua a salire, 48,7 miliardi di dollari, attestandosi a quota 8,6%, e deludendo molto gli analisti che speravano in dati più positivi. Petrolio ancora in calo, con il Wti a 57,41 dollari al barile (-0,1%) e Brent a 62,33 dollari, (-0,2%): Oro stabile a 1.275,3 dollari l’oncia.