Torna l’ombra della recessione sui mercati mondiali anche se questa volta la crisi è strutturale e diffusa sia nel Vecchio che nel Nuovo continente; la debolezza delle valute e i problemi del sistema bancario su cui si regge l’economia e la finanza trascinano in basso i listini, tanto in Europa quanto in America. Proprio negli USA, il Dow Jones sembra l’indice che tiene meglio la caduta, mentre l’S&P-500 ci riporta indietro di 4 anni.
Se sul Mib non c’è più tanto spazio per scendere sotto i minimi di Marzo 2009 (ormai prossimi), sugli indici Americani lo spazio di discesa è ampio ed i minimi del 2009 sono ancora distanti. Motivo in più per prendere atto che la fase di recessione non è finita ed un nuovo crollo dell’azionario a livelli più bassi dei precedenti è possibile.
Il disegno dell’S&P-500 ricorda particolarmente l’inizio della crisi 2007 anche se la formazione è differente in certi aspetti; innanzitutto per durata temporale, visto che il confronto è stato fatto tra Giugno 2006-Febbraio 2008 Novembre 2010 ad oggi. Il pattern composto è comunque identico fatta eccezione per l’ultimo top prima del crollo che nella precedente fase di recessione è stato superiore mentre in quella attuale è inferiore.
Se la somiglianza continuerà allora il laterale compreso tra 1230 e 1100 continuerà ancora per poco; a seguire ci sarà una fase di ripresa che resterà al di sotto di quota 1270 e successivamente una nuova ondata di vendite che spingerà l’S&P-500 al di sotto dei 1100 punti fino a target da definirsi.
La fascia di trend-line discendenti disegnate in verde, che attualmente sono più affidabili dei livelli statici, definiscono come target 1070 prima e 950 poi, anche se questi livelli si aggiorneranno al ribasso con il passare del tempo nel caso in cui la validità delle trend-line si confermerà con i prossimi swing di massimo e minimo sul grafico daily.
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