Milano e lo spread italiano prendono una pausa di riflessione e si stabilizzano sulle loro posizioni, dopo la convulsa giornata di ieri. Non è piaciuto, ai mercati, il contratto siglato da M5S e Lega, e in particolare l’intenzione di richiedere la cancellazione di parte del debito.
Spread e borse
A preoccupare era stato lo spread, che ieri era schizzato a 150 punti, con rendimenti al 2,1%. Oggi, in apertura, lo spread italiano scende a 147 punti, ma i rendimenti non scendono. Un buon inizio comunque, con il listino milanese che resta per il momento invariato. Parigi sale di qualche frazione, mentre Francoforte guadagna lo 0,20% e Londra lo 0,10%.
La mattinata aveva visto anche Tokyo in recupero, con il Nikkei a +0,53% e il Topix a +0,45%, sulla scia di Wall Street e della discesa dello yen sul dollaro.
Ieri Wall Street è stata spinta del settore del retail (Macy’s +10,8%) e il Dow Jones ha segnato il +0,25%, l’S&P 500 il +0,41% e il Nasdaq il +0,63%.
Ancora in calo l’euro sul dollaro, adesso a 1,1806, mentre guadagna qualcosa sullo yen, ora a 130,45. La coppia dollaro/yen è a 110,48.
Salgono le vendite europee del settore automobili (+9,6% ad aprile).
Le materie prime
Continua a salire il prezzo del petrolio in Asia. Con le nuove tensioni Iran-Usa, il greggio non sale molto grazie alle scorte Usa, superiori a quel che ritenevano gli analisti. Wti a 71,73 dollari e Brent a 79,38 dollari. Secondo Morgan Stanley il Brent arriverà a 90 dollari al barile nel 2020.