Dalla crisi dei sub-prime abbiamo conosciuto due volti degli “USA” completamente diversi; la prima fase ha visto il crollo degli indici azionari con conseguenze su tutto il mondo finanziario. I titoli tossici hanno raggiunto le realtà più distanti, anche se il vero problema è rimasto all’interno degli USA con il fallimento dei colossi bancari del Paese.
La ripresa è stata altrettanto veloce; dal bottom del 2009 la strada del Dow Jones è stata in salita ma il target raggiunto sfiora i 13500 punti che ora sono il “muro” da superare per consolidare la politica portata avanti fin’ora.
Lo stop alla speculazione non è arrivato ma i cambiamenti nel mondo finanziario ed il sostegno all’economia reale hanno rilanciato il Paese intero, che ora è tornato ad essere il punto di riferimento mondiale che era prima della crisi dei sub-prime.
►PROGETTO RIFORMA DEL TESORO: PER COMBATTERE CRISI SUBPRIME PIU’ POTERI ALLA FED
Il canale rialzista che accompagna il movimento da Marzo 2009 ha portato l’indice USA vicino al top del 2008 nonostante le frenate che durante il percorso hanno trascinato al ribasso il listino. Attualmente l’indice oscilla intorno a 12500 punti e gli estremi operativi di lungo termine si sono allontanati dal valore attuale. I livelli di interesse, che corrispondono anche ai target di Giugno 2012, sono 12100 punti e 12800 punti e rappresentano rispettivamente i due livelli operativi di supporto e resistenza validi in chiusura settimanale.
L’entrata sul mercato di lungo termine statisticamente più interessante è quella rialzista ovviamente; visto il percorso portato avanti dall’indice (distante dalle realtà Europee e Asiatiche) gli investitori sono ancora ottimisti sull’andamento del Dow Jones e puntano al recupero del top storico entro la fine dell’anno, quando la ripresa sarà consolidata sia a livello finanziario sia a livello economico.
►MUTUI SUBPRIME: CAPACITA’ DI RIMBORSARE IGNORATA DALLE BANCHE