La ripresa in Eurozona slitta ancora dopo l’allarme della BCE sulla disoccupazione del Vecchio Continente, ancora una volta in crescita. La questione però ora diventa di importanza globale, visto che la recessione di un singolo continente si rifletterebbe senza riserve su tutta l’economia, dagli USA alla Cina, per poi mandare in tilt il mercato delle valute e delle obbligazioni.
I primi sei mesi dell’anno in corso hanno disegnato sul grafico del Dow Jones una formazione a “cupola” che dopo essere partita positivamente a Gennaio in prossimità del livello di medio termine dei 12200 punti ha raggiunto il top durante Aprile vicino a 13400 punti di indice, per poi tornare velocemente verso il supporto a 12061 punti, sfiorato nella prima settimana di Giugno 2012.
L’andamento positivo che è seguito a questa formazione non ha fornito spunti positivi realmente concreti; il mercato si è fermato a contatto con la resistenza minore a quota 12981 che diventa ora il punto di ingresso al rialzo sul listino USA nel caso in cui verrà superato al rialzo. La validità del segnale sarà da valutare in chiusura di settimana ma quasi sicuramente nelle prossime ottave il mercato si muoverà all’interno del range compreso tra questa resistenza appena indicata ed il supporto storico a 12061 punti.
La ripresa USA, per quanto sia stata incredibilmente veloce ed estesa, deve ora fare i conti con la situazione Europea che mostra ancora più punti deboli che punti di forza. La crisi dell’Euro si riflette inevitabilmente anche all’estero, anche se i livelli raggiunti con i bottom relativi degli indici sottolineano le differenze. L’area Euro ha però un grande vantaggio al momento; in previsione di un recupero, la speculazione rialzista trova occasioni di trading sull’eccessivo ribasso di certi settori, che automaticamente orientano gli investimenti nel Vecchio Continente lasciando momentaneamente scoperti gli Stati Uniti e le commodities principali.