Ritrovare un livello di redditività soddisfacente riducendo il costo del lavoro. Una strategia di breve e medio termine adottata da tantissime compagnie in tutti i mercati, e che Philips intende perseguire, incentivando le iniziative di snellimento dei propri organigrammi su ritmi ben superiori a quelli che aveva inizialmente preventivato. Ma quali sono i numeri di tali azioni di riduzione dell’organico societario? E in che modo la compagnia guidata dal direttore generale Frans van Houten intende raggiungere questo ambizioso obiettivo temporale?
Partiamo dalle ultime dichiarazioni. Proprio ieri la società ha annunciato la volontà di ridurre i propri organici di un totale di 2.200 posti di lavoro in tutto il mondo, all’interno di una politica di inasprimento del proprio piano di ristrutturazione (già a suo tempo reso noto), che prevede un risparmio complessivo di 1,1 miliardi di euro rispetto agli 800 milioni di euro preventivati in precedenza.
In seguito alle ultime decisioni di Philips, il numero totale delle posizioni tagliate sale a quota 6.700 unità, entro il 2014, contro i precedenti 4.500 occupati che erano stati indicati nell’ultima versione del piano di ristrutturazione.
A commentare la non facile scelta è stato il direttore generale Frans van Houten durante una teleconferenza, ricordando come l’azienda debba fronteggiare “difficoltà sempre maggiori a causa dell’andamento dell’economia” e ribadendo come “i tagli al lavoro ci aiuteranno a gestire gli effetti di queste difficoltà”.
Su scala mondiale, Philips, uno dei leader del comparto di riferimento, occupa più di 122 mila persone, di cui “solamente” 14 mila unità nell’area dei Paesi Bassi, dove è situato il quartier generale della compagnia. Partita da tv e elettrodomestici, la strategia di diversificazione del business del gruppo si è spostata rapidamente verso la produzione di sistemi di illuminazione e apparecchiature mediche e diagnostiche.
Non sono escluse ulteriori diversificazione nel futuro a breve medio termine, soprattutto una volta che il conto economico della società avrà conseguito l’opportuno riequilibro di solidità.