Si tinge di mistero la scalata ad Herbalife, la nota società di vendita di prodotti dietetici. Uno degli “scalatori” per definizione, Carl Icahn, ha infatti acquistato il 13 per cento dell’azienda: secondo la stampa americana ed europea, la motivazione dietro tale transazione sarebbe solamente quella di porre i bastoni tra le ruote della bicicletta del rivale Bill Ackman, che avrebbe a sua volta speculato al ribasso sulla compagine, accusandola di essere una sorta di “catena” di Sant’Antonio.
Le puntate della vicenda sono abbastanza complesse, ma cercheremo comunque di riassumerle. Qualche settimana fa Ackman aveva dichiarato pubblicamente di aver venduto allo scoperto un miliardo di azioni di Herbalife, accusandola di essere una catena di Sant’Antonio e domandando esplicitamente alla Sec di avviare un’inchiesta sul giro d’affari dell’azienda (vedi anche Antitrust indaga su compagnie farmaceutiche).
Una volta scoperte tali carte, Icahn ha iniziato a scalare silenziosamente Herbalife, procedendo per acquisti graduali, prima di importi ridotti, e poi di importi sempre più importanti. Di qui, l’opposizione tra i due milionari, e le reciproche accuse scoppiate pubblicamente durnate una trasmissione televisiva, con Ackman definito “un bambino viziato che piange nel cortile di scuola”, e lo stesso che rispondeva definendo le accuse come “spazzatura, specie perchè arriva da un uomo la cui stretta di mano non vale nulla”.
Alla luce dei reciproci scambi di accuse i titoli Herbalife hanno subito evidenti influenze, con un andamento molto oscillante e volatile. Quindi, venerdì scorso, la mossa decisiva: Icahn ha affermato di aver acquistato il 13 per cento della società e aver avviato negoziati per un delisting da Wall Street. Di qui, il boom delle quotazioni della società. E Ackman? Il rivale di Icahn guarda con sospetto al futuro: in caso di Opa, infatti, la vendita allo scoperto di un miliardo di azioni Herbalife finirebbe in un bagno di sangue (vedi anche Recordati Bilancio 2012).
La Sec, intanto, vigila attenta cercando di tutelare i risparmiatori: come finirà?