Le nuove voci di licenziamenti in seno allo staff di Donald Trump continuano a preoccupare i mercati e a indebolire il dollaro. Stavolta nel mirino c’è McMaster, consigliere alla sicurezza, anche se la Casa Bianca ha già smentito.
Intanto l’euro risale a 1,2318 dollari ma scende sullo yen a 130,50 yen.
Le borse europee comunque riescono a restare positive, con Milano in parità. La migliore è Francoforte a +0,41%, poi Londra a 0,18% e Parigi a 0,09%. A Tokyo l’indice Nikkei chiude a -0,58% e il Topix a -0,40%, con uno yen troppo forte. Confermato il Governatore della Banca del Giappone, Haruhiko Kuruda. Deboli anche le borse cinesi. Shanghai chiude a -0,65% e Shenzhen a -1,1%. Il Dow Jones riesce a strappare lo 0,7%, e il Nasdaq lo 0,2%.
Azioni e dati
A Milano vola il titolo Telecom con il +2,2%, grazie all’azione del fondo Elliott che è uscito allo scoperto confermando di avere il 6% del capitale azionario. Tra i dati economici spicca il rallentamento dell’inflazione in Italia che potrebbe portare a rivedere il rating italiano. Dagli Stati Uniti invece, i dati sull’immobiliare, la produzione industriale e la fiducia delle famiglie.
Petrolio stabile, senza grandi scossoni ma sotto osservazione dopo l’aumento della produzione degli Stati Uniti e l’aumento della domanda. Wti a 61,16 dollari e Brent a 65,06 dollari.