La notizia dell’invito coreano al presidente Trump apre nuovi scenari di distensione in Asia, e i mercati reagiscono subito, almeno sul fronte valutario, mentre quello azionario appare abbastanza piatto oggi, a causa della firma sui dazi.
I mercati
Aumenta dunque la “propensione al rischio” con l’annunciata visita di Trump in Corea del Nord verso maggio. L’evidenza è data dall’indice Msci Asia Pacific che è salito dell’1,1%, e dall’abbandono dello yen come bene rifugio. La moneta giapponese ha subito forti vendite, con la svalutazione dello 0,5% che ha portato su la borsa di Tokyo a +0,47%. In Europa la situazione è piatta. Milano perde lo 0,09%, Londra lo 0,12%, Francoforte lo 0,17% e Parigi lo 0,22%. Spread italiano a 135,5 punti con i rendimenti che tornano sotto il 2% (1,983%). Ieri il Dow Jones ha chiuso a +0,38%, lo S&P500 a +0,45% e il Nasdaq a +0,42%.
Le valute e le materie prime
Il dollaro, dopo la notizia della distensione USA-Corea, ha avuto un rafforzamento sullo yen, e ieri sull’euro. Con la moneta unica è ora stabile a 1,2314 dollari. Il rapporto tra euro e yen è a 131,3.
Oggi si sapranno alcuni dati macroeconomici importanti, come il rapporto sull’occupazione americana da cui dipenderà la politica monetaria della Fed.
Pubblicata la produzione industriale tedesca, in discesa dello 0,1% a gennaio, e il saldo della bilancia commerciale. Giù anche esportazioni e importazioni tedesche. Pubblicata anche la produzione industriale francese, giù del 1% e quella spagnola, a -2,6%.
Petrolio stabile. Wti a 60,26 dollari al barile, Brent a 63,81 dollari. Giù l’oro, sceso a 1.318,75 dollari l’oncia.