La vittoria alle elezioni presidenziali americane di Barack Obama, che ha superato lo sfidante repubblicano Mitt Romney, non è piaciuta a Wall Street, che in realtà da tempo gli aveva voltato le spalle. Negli alti salotti della finanza non piace il programma del riconfermato presidente americano, che punta ad aumentare la tassazione sui redditi da investimenti e a colpire i redditi dei più ricchi. Obama non appoggerà i settori chiave dell’economia americana, ovvero quello dell’energia e dell’alta finanza, che invece sono storicamente appoggiati dai repubblicani.
La nuova fase di deregulation di Romney resterà solo un sogno, ma a Wall Street il sentiment negativo fa crollare le borse. L’indice azionario Dow Jones ha perso il 2,36%, tornando sotto la soglia psicologica dei 13000 punti. L’indice ha perso più di 300 punti in una sola seduta. E’ la peggiore giornata di borsa dell’anno. L’indice S&P500 ha perso il 2,37%, scendendo sotto 1400 punti, mentre l’indice dei titoli tecnologici Nasdaq ha perso il 2,48%.
A pesare sull’andamento delle borse americane sono stati anche gli avvertimenti giunti dalle agenzie di rating Fitch e Moody’s. Le due agenzie hanno dichiarato di essere pronte a tagliare il rating AAA degli Stati Uniti entro il 2013, se non sarà evitato il fiscal cliff (precipizio fiscale) e non ci sarà un accordo sull’innalzamento del tetto del debito. Il crollo delle borse americane ha accentuato i ribassi delle borse europee, dove spicca la discesa di Piazza Affari che ha lasciato sul terreno il 2,5%. Sulle borse merci pesante calo per il petrolio, che perde quasi cinque punti percentuali.
Il clima di risk off generalizzato ha premiato i titoli di stato americani, con il rendimento del decennale sceso all’1,64%. Pesanti perdite sono arrivate ieri dal comparto finanziario americano, dove spiccano il crollo di Bank of America, che ha perso più del 7%, di Citigroup (-6,3%) e Jp Morgan (-5,6%). Sono tante, dunque, le sifde che il presidente Obama dovrà affrontare per riconquistare la fiducia degli investitori. Il mercato aspetta sin da subito le prime indicazioni sulle ricette economiche del neo-presidente.