Cartolarizzazione
Anche le banche hanno necessità di liquidi e possono chiedere dei “prestiti”. Quando un istituto creditizio emette un mutuo, può decidere di incassare subito il valore delle risorse finanziarie prestate. Spesso la cartolarizzazione è proprio una fonte di finanziamento per la banca che incassa subito il valore del portafoglio ceduto senza quindi attendere il rimborso dei mutui.
Ecco perchè:
La cartolarizzazione è quindi la possibilità di cedere i propri crediti pecuniari, presenti e futuri, ad una società appositamente costituita che si occuperà della loro trasformazione in titoli negoziabili sul mercato finanziario.
Società veicolo
Esistono società denominate “Veicolo” che si prendono carico di crediti emessi, liberando una banca o un ente da questi crediti. Questi ultimi come reperiscono le risorse finanziarie? Una volta presi in carico i crediti – spesso mutui o comunque prestiti a lungo termine – provvedono ad emettere titoli sul mercato, per recuperare il denaro dato in prestito.
Il processo, composto quindi da più operazioni e in cui intervengono diversi soggetti, si articola sostanzialmente in tre fasi:
1) individuazione degli asset da cartolarizzare;
2) cessione degli asset allo Special Purpose Vehicle;
3) emissione e collocamento dei valori mobiliari rappresentativi degli asset ceduti.
Da sottolineare che la banca rimane sempre il referente del mutuatario, cioè le rate del mutuo si pagano sempre all’istituto di credito e sempre alla banca vanno richieste variazioni del contratto.
La Legge n. 130 del 30 aprile 1999 ha disciplinato nel nostro sistema giuridico l’operazione di cartolarizzazione dei crediti, incentivandone la diffusione.
Oggi, per gli enti pubblici, spetta alla Corte dei Conti certificare la solvibilità del credito e autorizzare la cartolarizzazione.
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