Per Nokia ultimo trimestre 2011 in profondo rosso

 Mentre Apple registra vendite record grazie soprattutto al celeberrimo iPhone, i tempi non sembrano essere così tanto rosei per Nokia. Il colosso finlandese ha registrato perdite per 1,5 miliardi a fronte dell’utile di 1,3 miliardi relativi all’ultimo trimestre del 2010. Tra ottobre e dicembre la compagnia  ha venduto 19,6 milioni di smartphone contro 37 milioni di iPhone, per cui la battaglia si chiude con la vittoria della casa di Cupertino, almeno per lo scorso anno. Nokia ha provato a difendersi nel segmento degli smartphone, ma la sua strategia non é bastata a surclassare una delle aziende più performanti del settore e la casa finlandese si trova costretta a progettare altre mosse.

Andamento e dati Ferragamo nel 2011

 Ferragamo sta per annunciare i dati relativi al proprio fatturato del quarto trimestre del 2011 e dell’intero esercizio recentemente concluso. Secondo quanto affermato dagli analisti di Mediobanca Securities, tuttavia, sarebbe già possibile poter prevedere l’annuncio di un giro d’affari 2011 pari a 958,8 milioni di euro, con un boom del 22,7% del fatturato rispetto al 2010, e con uno sviluppo del giro d’affari che per il solo quarto trimestre 2011 ammonterebbe a 257,7 milioni di euro (+ 11% su base annua). 

Per quanto concerne invece i singoli canali, gli esperti di Mediobanca ricordano come nell’ultimo trimestre le vendite all’ingrosso siano cresciute di 15 punti percentuali, contro uno sviluppo di 10 punti percentuali per quelle retail.

Mercati Europei negativi dopo asta Bund a 30 anni

 Dopo un’avvio positivo a Piazza Affari l’indice di riferimento delle blue-chips Italiane crolla sotto il peso delle vendite, immediatamente dopo l’uscita dei risultati dell’asta dei titoli del debito tedeschi. Mentre gli Italiani stanno ancora al 6.28% (quelli a 10 anni, ovviamente) i tedeschi scendono da 2.82% al 2.62% contribuendo ad aumentare lo spread per l’ennesimo ritocco al ribasso del rendimento del Bund.

In realtà si tratta del Bund a 30 anni e non a 10, ma il fatto che il rendimento di una scadenza così lontana sia sceso fa’ ipotizzare che succederà lo stesso anche per le scadenze intermedie che sono quelle che ci interessano. Tornando al 30 anni, l’asta si è conclusa con un collocamento di 2,458 miliardi di euro a fronte di una domanda di 5,05 miliardi. Viste le previsioni che davano un collocamento massimo di 3 miliardi si può dire che ancora una volta l’emissione è risultata positiva, anche se la discesa del rendimento non piace troppo agli investitori visto che ci troviamo a livelli troppo bassi e le divergenze con il resto dell’Europa aumentano esponenzialmente.

eBay batte le previsioni con super utili

 Stando a quanto affermato dalla stessa compagnia titolare del portale d’aste online più importante del mondo, grazie alla vendita di Skype e dell’incremento del business della divisione di pagamenti elettronici Paypal, gli utili di eBay hanno toccato quota 60 centesimi per azione, contro una media delle previsioni degli analisti pari a 57 centesimi: risultati che hanno permesso alla società di superare le stime, e di avviare il 2012 con il giusto passo. 

Per quanto concerne l’ultimo trimestre del 2011, la società ha invece affermato di aver riportato profitti netti pari a 1,98 miliardi di dollari, ovvero 1,51 dollari per azione, contro i 559 milioni di euro, o 42 centesimi per azione, che eBay aveva conseguito nello stesso periodo dello scorso anno. Escludendo le voci straordinarie, l’utile è stato pari a 789 milioni di dollari, pari a 60 centesimi per azione, con un business cresciuto del 35% a 3,38 miliardi di euro, contro previsioni di 3,32 miliardi di dollari.

Titolo Unicredit nel giorno di aumento di capitale

 Dopo l’annuncio di conferma dell’aumento di capitale di Unicredit, varato con uno sconto complessivo del 43% sul prezzo dei primi di Gennaio 2012, il titolo si è velocemente allineato a quello che sarebbe poi stato il prezzo della nuova emissione, anche se a ben guardare c’è ancora una certa differenza.

Andando a ritroso nella storia dell’iter per l’aumento di capitale di Unicredit ricordiamo che uno dei partner chiave (la Libia)  ha dato il pieno supporto per l’operazione, mentre dall’altra parte abbiamo investitori storici come Blackrock che invece hanno prontamente diminuito l’investimento (nel caso specifico dimezzato) dopo l’annuncio ma anche dopo le nuove tensioni nella zona Euro.

Libia rafforza il capitale di Unicredit

Spread BTP-Bund a fine 2011

 Nessun allarmismo sui mercati; il range ristretto di contrattazioni ed i volumi più che dimezzati rispetto alla norma dovrebbero far capire che non è il momento di fare analisi sui grafici visto che in queste condizioni è difficile che si possano sviluppare pattern o inversioni di tendenza. Il movimento avuto nella giornata di ieri che sembrava fortemente ribassista è stato corretto al rialzo proprio nelle prime ore della giornata di oggi, ad ulteriore conferma che quello che vediamo sui mercati altro non è che un su e giu senza meta.

Stesso discorso per lo spread, su cui però si possono aprire discorsi di medio periodo; negli ultimi tempi, dopo il rimbalzo da quota 356 circa, il movimento è stato costante e più o meno laterale intorno a quel valore che poco tempo fa’ abbiamo identificato come “corretto” secondo l’attuale situazione di mercato ed il periodo Natalizio.

Azioni 2012: Impregilo è da comprare? Ecco l’analisi completa

 Se dovessimo scegliere tra le azioni italiane quella che presenta il miglior compromesso tra situazione fondamentale e quadro tecnico, allora l’attenzione ricadrebbe sicuramente su Impregilo. Le azioni quotate sul listino delle blue-chips hanno visto da Settembre scorso un rialzo seguito direttamente ad un doppio minimo disegnato con il mese precedente; il recupero messo a segno nella seconda metà del nono mese dell’anno è stato deciso e veloce tanto che per recuperare il break-away point ci sono voluti pochi giorni  ed il prezzo non è mai tornato sui suoi passi.

Da quel momento la situazione incerta ha assunto grande forza rialzista messa in dubbio solo a Novembre quando l’indice di riferimento ha sofferto per il proseguo dell’attacco all’Euro; tuttavia il mercato è riuscito a ritrovare la strada del rialzo immediatamente andando a superare di poco quota 2.4 euro proprio negli ultimi giorni di questo 2012.

La Libia rafforza il capitale in Unicredit

 Giusto in tempo; mentre l’assemblea straordinaria approva l’aumento di capitale da 7.5 miliardi di euro per Unicredit, vengono sbloccati i fondi libici permettendo l’adempimento degli accordi non scritti presi in precedenza.

Da una parte l’asse Italo-Libico è importante per gli investimenti del Bel Paese che ricordiamo sono stati bloccati per via della guerra; con la scomparsa del Colonnello però le attività stanno riprendendo e gli investimenti Italiani sul suolo Libico potranno dare finalmente i loro frutti. Dall’altra parte, forse più importante, ci sono i legami finanziari tra i due Paesi, rafforzati anche dal lavoro dell’ex-premier Berlusconi nel 2008.

Bot-Day: esito positivo ma la tensione è alle stelle

 Sotto un certo punto di vista possiamo affermare che il Bot-Day è stato un successo; 7 miliardi di Euro di Bot prenotati nei giorni precedenti e quindi collocati oggi, con un calo del rendimento a 5.952% con una domanda che ha superato di gran lunga l’offerta. A guardare solo i numeri effettivamente la giornata dovrebbe essere positiva, ma vedere Piazza Affari in questo momento (-3.16%) confermare la negatività di apertura di giornata costringe a valutare la situazione complessiva.

Anche se i risultati del Bot-Day sono due volte più incoraggianti di quelli del Btp-Day (visto che si trattava in quest’ultimo caso di acquisti sul mercato di titoli già emessi e non prenotazioniper le nuove aste) dobbiamo tenere conto degli orizzonti temporali; nel caso dei Btp (e quindi del famoso spread) noi prendiamo in considerazione titoli a lungo termine (10 anni) che ovviamente scontano le aspettative del momento per il futuro a lungo termine dell’Europa. Nel caso dei Bot invece si tratta di scadenze ad un anno, che per quanto le cose potranno andare male resteranno debiti quasi sicuramente saldati verso gli investitori, mentre da qui a 10 anni le cose potrebbero cambiare radicalmente.

Mercato Italiano negativo, finito il rally di Natale?

 Mentre molte persone stanno in queste ore dedicando il loro tempo all’Albero di Natale come nelle migliori tradizioni, chi segue i mercati probabilmente non riuscirà a distogliere l’attenzione dai monitor che segnano in questo momento un calo sul FTSE-Mib di circa il 2% del valore. La giornata di ieri, chiusa in leggero recupero (ma in territorio negativo) sembrava lasciasse aperte tutte le possibilità per il close settimanale a cui ci avviciniamo, anche se buona parte degli investitori danno già per finito il rally natalizio sul top proprio di ieri poco sopra a 16000 punti, che resta la resistenza critica da superare in close daily.

Nel breve periodo abbiamo 15500 come punto di resistenza orario oltre il quale il mercato  punterà a recuperare terreno fino a chiudere positivamente la giornata di oggi.

Monti a Porta a Porta parla degli spread, ecco i grafici

 Ospite in questi minuti della trasmissione televisiva Porta a Porta è Mario Monti che parla della manovra “salva-italia” spiegando anche la situazione che il nuovo Governo si è trovata a dover gestire. Anche se l’argomento centrale dell’intervento non è di certo lo spread Btp-Bund, per spiegare il perchè delle scelte drastiche intavolate dal Governo il Premier è ricorso al famoso indicatore che tiene con il fiato sospeso l’Italia (e non solo).

Durante la trasmissione non c’è stato un supporto “grafico” ma si è detto che “lo spread italiano ha seguito quello greco” e per questo i rischi di diventare la “nuova Grecia” nell’Unione Europea erano e sono ancora altissimi. Proponiamo di seguito quello che non è stato proposto agli spettatori di Porta a Porta, tenendo conto che in arancione abbiamo lo spread Italia-Germania di volta in volta confrontato con quello della Grecia, quello della Spagna ed infine quello della Francia.

Disoccupazione USA migliore delle attese alimenta il rialzo

 Dopo il rally a seguito del maxi-intervento a sorpresa delle Banche Centrali a sostegno del credito avevamo parlato di una giornata di assestamento che non destava troppi sospetti visto che il settore di interesse (quello bancario appunto) sul listino Italiano non dava assolutamente segni di cedimento. La conferma è arrivata questa mattina quando fin dai primi scambi il mercato ha dimostrato ancora una grande forza rialzista che ha costretto all’apertura in gap-up ed al proseguo immediato del rialzo annunciando un close settimanale sopra ogni aspettativa.

A sostegno di una giornata che poteva essere incerta tanto quanto quella di ieri abbiamo i dati riguardo la disoccupazione USA che scende a sorpresa da 9 a 8.6% cioè il minimo della fase post-recessione precedente da cui è iniziato il recupero. Ora la prova del nove saranno ovviamente i consumi; la tensione sui mercati e l’incertezza (di cui è aumentata solo la percezione) per il futuro costringono le famiglie medie a “tagli” drastici anche riguardo le festività e per questo il Natale 2011 sarà un indicatore fondamentale per capire quando la fase di crisi durerà e se c’è possibilità nell’immediato di uscirne.

Meglio investire in Btp o nell’Oro?

 Se c’è una domanda abbastanza condivisa nell’ultimo periodo è proprio questa; con i rendimenti dei Btp così alti è meglio investire in titoli di Stato o nei classici Lingotti d’oro? La realtà però è che come quasi sempre non esiste una risposta visto che la domanda è sbagliata.

I due mercati (uno il Mot e l’altro dei Metalli Preziosi) sono estremamente differenti proprio per come i prodotti finanziari sono strutturati; le influenze sui valori dei due diversi prodotti sono completamente diverse e sopratutto l’aspetto più importante è che il grado di rischio è completamente diverso.

Mentre sui titoli di Stato il rischio è determinato in pratica dal rating ad esso collegato, sul mercato del Gold ci si basa sulle previsioni ed il grado di rischio è pari a qualsiasi altro strumento finanziario, con però il vantaggio che storicamente stiamo parlando di uno degli up-trend più stabili nella storia.

Mercati Europei: asta Bund peggiore di sempre, indici al palo

 La domanda per i bund a 10 anni tedeschi risulta essere la peggiore di sempre tanto che all’asta sono stati piazzati solo il 65% dei titoli in previsione; se da un lato il dato è preoccupante, dall’altro un rallentamento negli acquisti dei titoli del debito è ciclico e stagionale e nei momenti di crisi finisce per risaltare di più che in altri periodi. Nel quadro globale in cui siamo inseriti in questo momento è difficile pretendere che tutte le aste vadano bene anche per la Germania che fino a poco tempo fa’ sembrava accusare pochissimo della crisi dell’Euro. Se aggiungiamo poi che buona parte delle persone che ora si occupano di titoli di Stato non li ha mai veramente seguiti prima che si iniziasse a parlare di “spread Btp-Bund” ecco allora che si arriva facilmente a sopravvalutare una serie di aspetti che invece sono secondari.