Con il tragico fallimento della quarta banca d’affari americana Lehman Brothers, dopo il salvataggio in extremis di Bears Stern, e quello mascherato sotto mentite spoglie di acquisizione da parte di Bank of America, della terza banca d’affari Merril Lynch, si chiude definitivamente l’era delle banche d’affari e di investimento, che grazie ai loro guadagni spropositati, sembrava potessero e dovessero sostituire il tradizionale modello bancario, fondato sulla ricerca e raccolta del risparmio presso i clienti. Una banca d’affari è un istituto di credito il quale (a differenza delle banche commerciali) non permette depositi, ma offre servizi di alto livello e specula con elevato rischio (Lehman aveva un esposizione di 35 volte il valore dei propri asset). Inoltre molte di queste banche offrono servizi di consulenza per le imprese in materia finanziaria e in operazioni straordinarie come il collocamento in Borsa o acquisizioni e fusioni di asset ed imprese. Inoltre operano come intermediari sui mercati mobiliari e forniscono a societa o ad enti locali finanziamenti sottoscrivendo e collocando le nuove emissioni di titoli.
Analisi Fondamentale
Lehman un fallimento da troppo tempo annunciato, il mondo finanziario trattiene il fiato
Borse europee in forte calo dopo l’annuncio che Lehman Brothers ha gettato la spugna. Gli indici sono scivolati tutti verso i minimi dell’anno, senza però violarli. L’S&P/Mib (-3,5%, 27.367) incontra tali livelli a 26.500 punti. In un solo anno la spaventosa crisi subprime, con tutti i risvolti enigmatici che probabilmente comprenderemo meglio solo a distanza di parecchio tempo, ha cambiato radicalmente la fotografia del mondo della finanza americano. Prima è sparita Bear Stearns, la più piccola delle banche d’affari, fondata nel 1923. Una settimana fa l’amministrazione Bush era intervenuta per salvare Fannie Mae e Freddie Mac. Nel fine settimana è fallita Lehman Brothers, fondata nel 1850. Contemporaneamente, Merrill Lynch, fondata nel 1914, è stata comprata da Bank of America con un’operazione simile a quella di Bear Stearns, con emissione di nuove azioni e nessun esborso cash.
Dopo i recenti scossoni finanziari Intesa san paolo risulta essere la banca più sicura
Dopo lo scossone provocato dal cicolone Lehman Brothers, i mertcati finanziari e i titoli legati al comparto assicurativo bancario sono tornati sotto fortissima pressione, dopo un recupero, iniziato a fine Luglio e proseguito in maniera piu o meno univoca fino a qualche giorno fa. La bufera che ha colpito il colosso bancario americano, che ha perso in tre sedute più dell’80%, ha fatto schizzare alle stelle il costo dei credit default swap (Cds), i derivati che coprono gli investitori dal rischio di fallimento degli emittenti. Sulla scadenza a 5 anni, il costo per assicurarsi contro l’insolvenza di Lehman Brothers è pari a 577 punti base. Ciò significa che un investitore in possesso di 10 milioni di dollari di bonds targati Lehman Brothers deve spenderne 577mila all’anno per evitare di perdere tutto il capitale.
Su quali titoli puntare a Piazza Affari in vista della ripresa dei mercati azionari
Malgrado qualche segnale incoraggiante qua e là, il sentiment sulle Borse continua ad essere piuttosto negativo. Per gli esperti di analisi tecnica le resistenze importanti dei principali listini mondiali, superati i quali dovrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo in questi casi) esserci finalmente la tanto agognata ripresa delle quotazioni, sono ancora piuttosto lontane. La crisi economica spaventa quindi le Borse e nessuno azzarda previsioni sul futuro. E comunque le opinioni di economisti ed esperti sulla durata e la portata di questa crisi sono molto discordanti fra di loro, ma su una cosa però quasi tutti sembrano convenire: malgrado le incertezze dei mercati, molti titoli hanno raggiunto ormai quotazioni altamente interessanti, sia dal punto di visto grafico che sopratutto dal punto di vista fondamentale. Stiamo parlando per esempio della maggior parte dei titoli bancari italiani, colpiti indistintamente dal cicone subprime, malgrado la loro esposizione sia stata del tutto marginale. Intesa San paolo sopratutto ma anche Unicredito, ai prezzi attuali, sono per tutti, in un ottica di medio e lungo periodo, titoli su cui puntare. Gli ultimi dati di bilancio semestrali stanno li a dimostrarlo: le principali banche italiane continuano malgrado tutto a macinare utili.
Responsabilità sociale: sette aziende italiane nel Dow Jones Sustainability Index. Eni leader mondiale tra aziende petrolifere
Buoni risultati nel campo della responsabilità sociale per sette imprese italiane. Compaiono, infatti, nel Dow Jones Sustainability Index: Eni, Enel, Italcementi, Pirelli, Stm, Telecom Italia
Per Intesa Sanpaolo non c’è crisi: semestrale positiva, il titolo reagisce
L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera si è espresso due girni fa sulla crisi finanziaria scoppiata un anno fa e ancora capace di spaventare. Al meeting dell’amicizia svoltosi a Rimini, Passera si è così espresso:
“Certamente negli Usa ci sono stati comportamenti da parte di alcuni intermediari che fanno prevedere altri possibili gravi sviluppi. Ci tengo a dire che nel nostro Paese quei casi non ci sono stati … La gestione della liquidità delle banche è stata molto, molto più prudente e quindi non mi aspetto contraccolpi nel nostro Paese.”
Intanto su Intesa Sanpaolo piovono i giudizi delle banche d’investimento alla luce dei della relazione semestrale di giovedi. Merril Lynch e Sal. Oppenheim confermano il rating buy, Credit Suisse lo alza ad outperform con un target price di 4,8 euro.
+62,4% di fatturato nel primo semestre per Eurazeo
Schizza il fatturato di Eurazeo, società d’investimenti francese, ex holding del gruppo Lazard, banca d’affari nata in Francia. Nello specifico, la società ha registrato, nel
Stefanel: dati negativi, ma l’attenzione è sul rilancio
Il gruppo Stefanel ha pubblicato i risultati per il semestre appena trascorso. In calo tutti i più importanti indicatori economici: –Fatturato netto a 139,4 mln
Rallenta l’economia del Regno Unito. Basse le stime del Fmi
Gli effetti della crisi economica che sta attanagliando l’intera Europa si fanno sentire anche nel Regno Unito. A lanciare l’allarme è il Fondo Monetario Internazionale
Sudafrica: proteste dei lavoratori contro caro-prezzi di alimenti ed energia. Rallentano manifatturiero e minerario
Cresce in Sudafrica il disagio causato dalla crisi del settore economico. I prezzi elevati di alimenti ed energia hanno causato, negli ultimi giorni, le accese
Semetrale Tiscali in rosso, ma in miglioramento rispetto ai dati 2007
Primo semestre in rosso per Tiscali: risultato netto negativo per 57,2 milioni di Euro, tuttavia in miglioramento del 22% rispetto alla perdita netta di 73,4
La variabile impazzita del greggio continua a sconvolgere i mercati finanziari
La variabile prezzo del greggio continua a sconvolgere i mercati finanziari di tutto il mondo. Malgrado infatti i forti ribassi di queste ultime due settimane, alcuni analisti sono convinti che il ribasso sia solo una pausa in un trend al rialzo. Il petrolio è tornato sui suoi passi e lo ha fatto in modo frettoloso. Dopo aver toccato i 145 dollari al barile il 14 luglio, ha perso nelle ultime sedute circa il 16%. Si tratta di una sana correzione o dell’inizio di un mercato orso? Per l’oro nero è molto vicina la soglia del -20% che sui mercati finanziari è considerata un chiaro segnale di inversione del trend.
Alcuni fondamentalisti, che basano le loro teorie sulle variabili macroeconomiche e sui dati di bilancio, dicono che le leggi base dell’economia non sono state sovvertite. I prezzi non possono salire all’infinito, perché i consumatori non sono disposti a pagare qualsiasi somma per comprare la benzina. I sostenitori del bull market, però, sono convinti che il trend di lungo periodo sia al rialzo, anche se le quotazioni dovessero nel breve scendere intorno ai 100 dollari al barile, perché i problemi strutturali, che hanno favorito il rally degli ultimi anni non sono venuti meno. Insomma, secondo questa scuola di pensiero, il petrolio si è preso una pausa prima di lanciarsi verso nuovi record, in un mondo che è profondamente diverso dal passato.
Il rebus Telecom sembra non conoscere soluzione: necessario aumento di capitale?
Dopo aver toccato i minimi da dieci anni, sempre più vicino alla soglia di 1 euro il titolo Telecom Italia stenta a recuperare fiducia negli investitori. E d’altra parte sembra la sempre più intricata questione sul futuro assetto aziendale, dopo le dichiarazioni di uno dei principali soci, Gilberto Benetton, comincia ad assumere quasi i toni della farsa verso chi, in questi anni ha scommesso sull’azienda e fino ad ora è rimasto clamorosamente scottato.
Le affermazioni di Benetton, mercoledi, infatti erano sembrate chiare ed inequivocabili, affermando senza mezzi termini che prima o poi Telecom Italia dovrà fare un aumento di capitale e in quell’occasione la sua famiglia potrebbe decidere di non sottoscrivere, diluendo la propria quota. Le secche smentite subito giunte dai vertici aziendali non hanno assolutamente convinto i mercati, che sembrano ormai voler punire il titolo proprio e soprattutto per la sua mancanza di chiarezza circa il prosieguo del percorso aziendale.
Geox risultati sopra le attese e voci di delisting fanno correre il titolo in Borsa
Geox vola in Borsa, dopo la pubblicazione dei dati del semestre, dimostrando di essere da tempo uno dei titoli maggiormente volatili del listino principale di Piazza Affari. Nei primi sei mesi del 2008 il gruppo della scarpa che respira ha registrato un Ebitda a 118,3 milioni, in crescita del 5%, un Ebit in salita del 4% a 106,1 milioni e un risultato netto a 78 milioni, in incremento del 13% rispetto allo stesso periodo del 2007. I ricavi sono saliti del 20% a 464,1 milioni di euro. Risultati che hanno perciò fatto immediatamente scattare il titolo in Borsa, oggetto dall’inizio delle contrattazioni di buoni volumi di acquisto, sulla scia di voci di delisting. Secondo quanto riferito da Milano Finanza, infatti, alcune merchant bank sarebbero al lavoro per sottoporre al presidente della società, Mario Moretti Polegato, i dettagli dell’operazione per eliminare il titolo dal listino.
Nonostante l’attuale situazione macroeconomica rimanga difficile e la domanda di beni di consumo volatile, siamo fiduciosi che anche quest’ anno il gruppo Geox sarà in grado di crescere significativamente e questo anche sulla base dell’ottimo portafoglio ordini per l’autunno/inverno, che ad oggi vede una crescita del 19%
ha detto il presidente Mario Moretti Polegato commentando i risultati del gruppo.
Ma malgrado ciò sembra che il pessimo andamento delle azioni, che in otto mesi hanno perso quasi il 60% del loro valore, abbiano portato lo stesso amministratore delegato a considerare con attenzione altre opzioni diverse da quella della Borsa.