ETF al microscopio: la diversificazione a portata di click

 Negli ultimi anni sono stati immessi sui mercati nuovi strumenti finanziari, dalle condizioni vantaggiose e dall’utilizzo semplice: gli ETF.
In cosa consistono? Innanzitutto, l’acronimo sta per Exchange-Traded Fund e si tratta di strumenti che replicano il valore di un mercato sottostante.
Senza entrare nella terminologia specifica, e in complicate digressioni, analizziamo direttamente la sostanza, ovvero il loro funzionamento:
l’investimento diretto nei mercati mondiali può diventare particolarmente oneroso in termini di commissioni, piattaforme, conti titoli, e considerando che non tutte le banche sono in grado di offrire un “parco” di strumenti adeguato ad una strategia che richiede una forte diversificazione del capitale investito, i problemi iniziano a diventare esagerati.
Gli ETF vengono in soccorso ai clienti desiderosi di attuare una strategia diversificata a livello globale, offrendo la possibilità di agire direttamente su strumenti che replicano alla perfezione i loro sottostante alle seguenti condizioni:

Certificati su Enel: una strana storia di giochi di potere

 È il 23 Agosto 2007 e tutto sembra andare per il meglio. Gli indici corrono verso l’alto e niente può fermarli. Ora, con il senno di poi, sappiamo che non è così. Enel quota più di 7 euro per azione. La società ha attirato nel corso degli anni centinai di cassettisti, grazie a lauti dividendi e ad una solidità aziendale indiscussa che ha permesso una crescita quasi costante del valore delle azioni. Agli investitori più dinamici e propensi al rischio, vengono incontro certi istituti, i quali emettono certificati su Enel appunto, strutturati più o meno nel seguente modo:
compri il certificato ad un certo prezzo;
– se a scadenza il sottostante (in questo caso ENEL) quota sopra la soglia di sicurezza, avrai diritto ad un bonus;
– la soglia di sicurezza è posta tra i 4,30 e 4,50 euro (a seconda del certificato);
– i certificati scadono quasi tutti nel mese di Dicembre 2008.

Questo tipo di prodotti finanziari sono stati emessi prevalentemente da istituti svizzeri e tedeschi, in un periodo in cui la crisi ancora non si vedeva e gli analisti indicavano buy su tutto. L’unico fatto strano, era che l’emittente e l’analistaerano la stessa persona. Insomma, una banca emetteva certificati palesemente rialzisti e la stessa banca consigliava di comprare il sottostante, perché sarebbe salito.

Insomma, figurarsi se dopo 4 anni di crescita, si scende proprio adesso…figurarsi se Enel si troverà mai sotto i 4,30-4,50 euro…figurarsi se gli analisti si sbagliano!

I certificati andarono a ruba. Gli emittenti, si caricarono di un debito virtuale di bonus incredibile. Ma la scadenza era lontana e in Borsa, mai dire mai.

Analisi Tecnica: cosa è cambiato sul Dow Jones?

 Rialzo interessante quello del Dow Jones Industrial Average, che a fine giornata trova la forza di chiudere a 8635,42 punti indice, mettendo a segno una performance del 3,65%: viene da chiedersi se nel medio periodo sta cambiando vento, oppure se siamo di fronte all’ennesima oscillazione non significativa.
L’osservazione dei grafici weekly smentisce (allo stato attuale) l’ipotesi di un cambio di tendenza: non vi sono infatti segni di ripresa, anzi rimane un target al ribasso da raggiungere (i minimi del 2002). Certo, per invertire la tendenza su un grafico di questo tipo è necessario un determinato arco di tempo, al fine di permettere la formazione di pattern e il posizionamento degli oscillatori in zone di rilievo.

Analisi Tecnica: le commodities seguono il trend ribassista

 Rialzi e ribassi violenti colpiscono gli indici mondiali, in un trend di fondo che rimane negativo per il momento. Ad ogni minima performance positiva, si grida al rialzo, ma forse quello a cui stiamo assistendo sono solo nuove occasioni di vendita. In attesa di chiari segnali d’inversione sugli indici, uno studio delle commodities mostra invece trend definiti e target raggiunti:
Il future sui soybean riprende la strada del ribasso dopo un accenno di forza sfumato in soli 2 giorni: il capolinea sembra essere il livello 743,36. La discesa a cui abbiamo assistito negli ultimi giorni, rende valido il segnale di ribasso innescato dalla rottura del triangolo avvenuta il 20 Novembre e permette ai ribassisti l’aggiornamento dello stop-loss al fine di salvaguardare la posizione presa.
Il future sul Gold sembra invece negare il mini-trend rialzista iniziato dal minimo del 24 Ottobre: un nuovo test del livello 733,04 chiarirà l’eventuale direzione futura, mettendo a rischio le posizioni rialziste ancora in essere.

Introduzione all’analisi ciclica dei Mercati

 Si è fatto riferimento nei precedenti interventi alla “situazione ciclica”. L’analisi ciclica è una branchia dell’analisi tecnica particolarmente diffusa in Italia: in particolare, chi si è avvicinato da poco alle analisi dei mercati riesce a reperire molto materiale su questo argomento (talvolta trattato con estrema superficialità) e per questo motivo gli studi ciclici sono diffusi tra i neofiti (ma ciò non toglie alla efficacia e precisione di tecniche cicliche avanzate, utilizzate anche da traders professionisti).
Il presupposto di chi applica questo tipo di studio è che i mercati seguono un andamento appunto “ciclico”, ossia le successioni di minimi e massimi sono scandite dal fattore “tempo”: il conteggio dei periodi è il fulcro di questa disciplina particolare, ed è proprio su questo elemento che si concentrano gli sforzi degli analisti.