L’accordo sul fiscal cliff negli Stati Uniti sembra essere più vicino. In un incontro alla Casa Bianca, il presidente americano Barack Obama ha teso la mano ai repubblicani illustrando a John Boehner un nuovo piano in cui per la prima volta esclude l’aumento delle tasse sui redditi superiori ai 250mila dollari l’anno, mentre la soglia viene ora alzata a 400mila dollari l’anno. Le borse americane hanno chiuso in rialzo nella seduta di ieri: il Dow Jones ha chiuso con un progresso dello 0,76% a 13.235 punti, avvicinandosi ai top di periodo di area 13.330.
Borse Estere
Apple sui minimi a 10 mesi dopo downgrade Citi
La banca d’affari americana Citigroup ha deciso di tagliare la sua raccomandazione sul titolo Apple, abbassando sia il rating che il prezzo obiettivo. Secondo gli analisti finanziari di Citi, le azioni della società hi-tech di Cupertino non sono più da comprare. Il rating passa a “neutral” dalla precedente valutazione “buy”. Abbassato anche il target price, che in precedenza era di 675 dollari per azione. La nuova valutazione assegnata da Citi alle azioni Apple è di 575 dollari. Ieri nel pre-market Apple quotava addirittura sotto 500 dollari, poi ha aperto a 508,92 dollari.
Nikkei sui massimi a 8 mesi dopo elezioni politiche
Continua a salire la borsa di Tokyo, a poche ore dalla vittoria del partito dei liberaldemocratici (Ldp) alle elezioni politiche in Giappone. Il Nikkei-225 ha chiuso la seduta con un rialzo dello 0,94% a 9.829 punti, salendo così sui livelli più alti degli ultimi 8 mesi e mezzo. Come da previsioni ha vinto il leader dell’opposizione, ovvero il nazionalista Shinzo Abe. Viene considerato un falco in tema di politica estera e ha intenzione di portare avanti una politica monetaria ultra-espansiva per favorire la svalutazione dello yen, la ripresa dell’export e dell’economia nazionale.
Abi contro Basilea III
L’Associazione bancaria italiana (Abi) si scaglia contro i rigidi criteri di Basilea III. Presente al recente seminario di Gubbio della propria Associazione, il presidente Giuseppe Mussari ha commentato in maniera particolarmente negativa gli step introduttivi di Basilea III, scagliandosi altresì contro l’Fmi, “reo” di aver espresso un giudizio troppo negativo nei confronti delle banche italiane, ritenute peggiori di quelle spagnole. Una “colpa” che ha lanciato una serie di esposti in procinto di avviarsi verso il Consiglio europeo.
Bloomberg vuole comprare il Financial Times
Secondo quanto sostiene la stampa americana, Michael Bloomberg starebbe pensando di acquistare il Financial Times, divenendo il primo giornale economico del Paese, davanti al Wall Street Journal del “rivale” Rupert Murdoch. L’offerta di Bloomberg, secondo i rumors, sarebbe pari a circa 1,2 miliardi di dollari, e permetterebbe a Bloomberg di arricchire ulteriormente i propri asset, già di per sé piuttosto corposi, soprattutto dopo l’acquisizione, nel 2009, del settimanale Business Week. L’assalto al FT potrebbe costituire la nuova fase strategica del piano industriale Bloomberg.
Investire in Apple dicembre 2012
A partire dal prossimo anno, Apple tornerà a fabbricare i Mac negli Stati Uniti per la prima volta dagli anni Novanta. La società di Cupertino aveva spostato quasi tutta la produzione in Asia per beneficiare dei bassi costi del lavoro. Ora l’azienda con la maggiore capitalizzazione di mercato al mondo vuole puntare a un ruolo di leadership nella campagna di reindustrializzazione degli Stati Uniti, così i suoi pc torneranno ad essere made in USA. Intanto, a Wall Street, il titolo Apple ha chiuso ieri con un rialzo dell’1,57% a 547,24 dollari.
Andamento Prada primi nove mesi 2012
Prada ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un fatturato netto di gruppo pari a 2,339 miliardi di euro, in incremento del 35 per cento su 1,73 miliardi di euro conseguiti nello stesso periodo dello scorso anno, e in incremento del 27 per cento a cambi costanti. Tra gli altri principali dati di periodo, Ebitda in sviluppo del 50 per cento a quota 727,9 milioni di euro (per il 31 per cento dei ricavi), Ebit in miglioramento del 56 per cento su base annua a 612,5 milioni di euro.
Citigroup taglia 11mila dipendenti e vola in borsa
Il terzo più grande istituto bancario degli Stati Uniti, ovvero il conglomerato finanziario Citigroup, ha annunciato un piano per ridurre la forza lavoro del 4%, allo scopo di abbattere i costi e aumentare l’efficienza. Ciò vuol dire che la banca americana taglierà 11.000 posti di lavoro. Si trata di una decisione in linea con il piano di trasformazione della banca, che il nuovo amministratore delegato Michael Corbat intende portare avanti nei prossimi mesi, dopo aver sostituito a ottobre scorso l’ex ad Vikram Pandit.
Mediaset vende pubblicità online in Spagna
Mediaset Espana, controllata di Mediaset, ha deliberato di creare una nuova filiale – denominata Adlive – al fine di offrire uno spazio web agli inserzionisti. Sulla base del meccanismo di operatività della divisione, il tempo della pubblicità televisiva verrà utilizzato per trasmettere una specifica pubblicità anche sulla rete. In tal modo la società auspica di ottenere un maggiore flessibilità e una più ampia gamma di pubblicità, come i contenuti di marca, i trailers, i giochi e tanto altro ancora. Servirà per ribaltare una tendenza non favorevole?
Crac settore auto Usa secondo Deutsche Bank
Secondo quanto affermato dagli analisti di Deutsche Bank, il settore auto europeo e americano rappresenta uno dei punti di maggiore incertezza nel prossimo futuro a breve termine. In particolare, scrive una nota dell’istituto di credito tedesco, sarebbe proprio il mercato delle quattro ruote a stelle e strisce a far tremare ben più di qualche investitore, con Chrysler, controllata di Fiat, General Motors e Ford stanno guardando con crescente preoccupazione alle trattative su fiscal cliff tra democratici e repubblicani.
Banche europee -21% in borsa negli ultimi tre anni
Il settore bancario europeo è da tre anni sotto i riflettori, in quanto la crisi dei debiti sovrani – esplosa definitivamente nella primavera del 2010 – ha fatto emergere una forte esposizione verso i paesi maggiormente indebitati e a rischio default, senza contare le difficoltà dell’economia europea che si avvia a chiudere l’anno in corso in recessione. L’ufficio R&S di Mediobanca ha studiato l’andamento di 20 grandi banche europee negli ultimi tre anni e ha riscontrato che il valore di borsa medio è sceso del 21,2% da novembre 2009 ad oggi.
Su quali azioni investire nel 2013 secondo Ubs
La banca d’affari elvetica Ubs ha tracciato le linee guida per investire nel 2013, partendo però dal presupposto che il quadro economico e politico resta molto incerto e che all’orizzonte ci sono “più nubi del solito”. Nick Nelson, a capo della strategia dei mercati azionari della banca svizzera, ritiene che ci sono ancora molte incognite, ma si può comunque delineare uno scenario preciso della situazione evidenziando i rischi e le opportunità per gli investitori. Gli esperti della banca si aspettano ancora un quadro macroeconomico debole in Europa, ma probabilmente una crescita a doppia cifra per le borse.
L’Oreal investe in Asia
Nella prima metà del mese L’Oreal, il leader internazionale nel settore della cosmetica, ha inaugurato una nuova fabbrica a Jebabeka, vicino a Giacarta, capitale dell’Indonesia. Una inaugurazione che ha reso il nuovo impianto la più grande delle 43 fabbriche del gruppo, e che conferma la straordinaria attenzione che la società transalpina sta riponendo nei confronti dell’Asia e, in particolar modo, dell’Indonesia, nazione a deciso tasso di crescita demografica e di capacità di acquisto. Non stupisce, pertanto, tale impiego di 100 milioni di euro nell’impianto di produzione di shampoo e cosmetici.
Su cosa investire nel 2013 secondo Morgan Stanley
La banca americana Morgan Stanley ha diffuso un report contenente indicazioni sul trend macroeconomico globale e sulle opportunità di investimento relative alle principali asset class per il prossimo anno. Gli esperti della banca a stelle e strisce sono convinti che nel 2013 i mercati azionari potranno crescere a doppia cifra, grazie al fatto che le valutazioni attuali sono scese su livelli minimi, ma anche perché si prospetta una ripresa economica, un miglioramento del sentiment degli investitori e una crescita degli utili societari.