Bruxelles alza la voce nella giornata in cui lo spread spagnolo segna nuovi massimi storici e l’asta dei Btp evidenzia rendimenti in forte crescita con una domanda flop. La Commissione UE lancia l’allarme sulle banche e chiede che venga al più presto spezzato il legame tra le banche e il debito sovrano degli stati nazionali membri dell’unione monetaria europea. Secondo gli esponenti della Commissione UE c’è il serio rischio di una “disintegrazione finanziaria” nel vecchio continente. Da Bruxelles arrivano anche dei rimproveri a Spagna e Francia, in quanto hanno finora fatto poco in tema di indebitamento e fisco.
Economia
Spread Spagna ai massimi storici
La crisi del debito spagnolo inizia ad assumere contorni molto preoccupanti. Stamattina lo spread Bonos-Bund è volato a 533 punti base, che equivale ad un rendimento del decennale spagnolo del 6,65%. Siamo ormai vicini alla soglia limite del 7%, che se sarà sfondata potrebbe impedire a Madrid di continuare a finanziarsi sui mercati finanziari in modo sostenibile nel breve-medio periodo. Gli investitori sono sempre più concentrati sul paese iberico, dopo aver già decretato il proprio giudizio sulla Grecia (praticamente fallita e vicina all’uscita dall’euro), Irlanda e Portogallo (che hanno richiesto gli aiuti finanziari del fondo salva-stati Efsf).
Emissione bond in yuan verso record 2012
Le obbligazioni denominate in yuan cinesi continuano a riscuotere grande interesse tra gli investitori. A Hong Kong è boom per le “dim sum bond”, cioè le obbligazioni che Pechino ha intenzione di collocare sulla piazza finanziaria di Hong Kong, direttamente o attraverso istituzioni controllate. Secondo indiscrezioni provenienti dalla stampa locale, sarebbe al vaglio l’idea di emettere un bond celebrativo del 15-esimo anniversario della riunificazione della città-stato di Hong Kong alla Cina, avvenuta il 1 luglio 1997. Inoltre la Cina ha intenzione di allungare la curva dei rendimenti, in quanto finora le scadenze non superano quasi mai i dieci anni.
Crisi banche spagnole maggio 2012
Oltre alla Grecia, l’altro grande osservato speciale nella zona euro è senza dubbio la Spagna. Negli ultimi mesi Madrid sta sperimentando una pericolosa accelerazione della crisi bancaria, dovuta alle perdite legate allo scoppio della bolla immobiliare. Molti istituti di credito necessitano di nuove iniezioni di liquidità per evitare il tracollo e ciò potrebbe compromettere irrimediabilmente la capacità del governo, targato Mariano Rajoy, di rispettare gli obiettivi di deficit di bilancio concordati con l’UE: 5,3% nel 2012 e 3% nel 2013.
Investire in titoli di stato con rendimento nullo
La crisi dei debiti sovrani e i timori di un collasso dell’euro nel medio termine stanno spingendo sempre più ad acquistare titoli di stato percepiti come free risk, che però non offrono alcun rendimento sul capitale investito. Si tratta del cosiddetto fly to quality, letteralmente volare verso la qualità. E’ un contesto di mercato che vede gli investitori acquistare strumenti finanziari con rendimenti reali negativi (cioè depurati dal tasso di inflazione), con l’obiettivo di preservare il capitale piuttosto che cercare un ritorno fisso dal capitale investito.
Previsioni negative di Fitch per Italia e Spagna
L’istituto di rating che ha affondato le valutazioni dei debiti sovrani e degli istituti dell’Eurozona, conferma le sue aspettative negative per il Vecchio Continente; secondo un recente commento di Douglas Renwick, Seinor Director per i rating dei debiti sovrani, la tendenza iniziata nel 2011 proseguirà anche nei prossimi trimestri.
I detentori del debito Spagnolo e del debito Italiano sono in buona parte istituzionali esteri o comunque investitori non residenti nei Paesi stessi. Nel 2008 ad esempio il 60% del debito Spagnolo era detenuto da non-residenti, mentre nel Q4 del 2011 la percentuale ha visto un ridimensionamento al 40%, in particolar modo per la mancata crescita attesa nel Paese e per il peggioramento della disoccupazione.
Prepararsi all’uscita della Grecia dall’euro
Ogni Paese dell’area euro dovrà preparare uno scenario individuale in vista della possibile (e non più così improbabile) uscita della Grecia dalla zona della moneta unica. Stando a quanto sta emergendo in questi minuti, quanto sopra è quanto sarebbe stato indicato pochi giorni fa nel corso di una teleconferenza alla quale avrebbero partecipato i tecnici del gruppo di lavoro dell’Eurogruppo. Una riunione “anticamera” dell’apposita comunicazione da inoltrare ai ministri delle Finanze dei Paesi membri, per una notizia che ha fatto allarmare ancor di più i già tesi mercati finanziari.
Secondo quanto ha rivelato l’UE, invece, nella riunione di lunedì scorso ci si è limitati a discutere “la situazione dei mercati finanziari e della Grecia, ma non vi sono stati accordi su piani di emergenza né si è discusso di una eventuale uscita della Grecia dall’euro”. Lo stesso ministro delle finanze greco ha affermato che è “falsa” la notizia che lunedì scorso i tecnici abbiano raggiunto un’intesa per preparare i piani nazionali di valutazione delle conseguenze della Grecia dall’euro.
Asta bond tedeschi a cedola nulla
La crisi dei debiti sovrani nella zona euro sta creando una serie di anomalie sui mercati finanziari. Prima tra tutte c’è senza dubbio l’offerta di quei titoli di stato percepiti come free risk a tassi nulli. A generare questa anomalia è il fly to quality (letteralmente “fuga verso la qualità”), che sta spingendo sempre più gli investitori a proteggere il proprio capitale acquistando i costosissimi titoli di stato tedeschi senza preoccuparsi dei rendimenti nulli. Oggi ci sarà l’asta degli Schatz a 2 anni per 5 miliardi di euro, che avrà la peculiarità di avere una cedola nulla.
Investimenti sui titoli di stato francesi sconsigliati da Natixis
Secondo la banca d’affari francese Natixis, appartenente al gruppo Banque Populaire e Caisse d’Épargne (BPCE), l’attuale contesto di mercato è favorevole per essere “lunghi sull’Italia e corti sulla Francia”. Secondo Patrick Artus, chief economist di Naxitis e consigliere economico del governo transalpino, “l’attuale differenziale della curva dei rendimenti italiani rispetto alla curva francese consente un buon ritorno sui titoli di stato italiani in prospettiva dell’atteso restringimento, ma i vantaggi dell’Italia non sono soltanto finanziari”. A pesare sull’andamento degli Oat francesi è senza dubbio anche l’incertezza legata alle elezioni presidenziali, che contrappongono Nicolas Sarkozy a Francois Hollande.
Crisi vendita Ferrari e Maserati
Brutte notizie per il business Ferrari. Stando a quanto affermato dalla società, infatti, durante la prima parte del 2012 le vendite dei prodotti del cavallino rampante sarebbero pressochè dimezzate, con un crollo del 70% per quanto concerne il giro d’affari Maserati. Il primo trimestre del 2012 si è pertanto chiuso con un andamento davvero deludente per il business delle auto di lusso in Italia, con presumibile flessione indotta anche dall’introduzione del superbollo da parte dell’attuale governo, e dall’intensificarsi dei controlli anti-evasione.
Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di autoveicoli, ha dichiarato come “la contrazione delle vendite registrata nel primo trimestre di quest’anno di Ferrari, – 51,5% rispetto al pari periodo del 2011, e Maserati, – 70%, testimoniano come le scelte intraprese dal Governo abbiano letteralmente terrorizzato i potenziali clienti. Anche quelli, e sono la stragrande maggioranza, che nulla avrebbero da temere dall’Agenzia delle Entrate”.
Come proteggersi dalla volatilità dei mercati
Da fine marzo scorso sono tornate le tensioni sui mercati finanziari mondiali, a causa di un mix esplosivo fatto di rallentamento economico (Cina, ma anche la recessione in molti paesi europei) e timori per la tenuta del debito sovrano dei PIGS (paesi della zona euro “periferica”). Se i day trader brindano alla volatilità dei mercati, gli investitori “cassettisti” cercando di capire in che modo è possibile proteggersi adeguatamente dagli alti e bassi di borse, obbligazioni e altri asset finanziari.
Perché il rendimento dei Bund è sui minimi di sempre
Lo scorso 11 aprile è avvenuta l’asta dei Bund a 10 anni, che ha evidenziato il rendimento lordo più basso di sempre all’1,77%. Considerando l’ultima rilevazione di marzo sull’inflazione in Germania al 2,1%, il rendimento del decennale tedesco (Bundesanleihen nella dizione completa) risulta negativo in termini reali (depurato per l’appunto dalla crescita dei prezzi al consumo). L’agenzia del debito tedesca aveva offerto titoli di stato con scadenza luglio 2022 e cedola 1,75% per 5 miliardi di euro. Il rendimento così basso, però, ha spinto gli investitori a richiedere soltanto 4,11 miliardi di euro.
Fiat non preoccupata da riforma del lavoro
L’amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, è intervenuto ancora sulla riforma del lavoro. Poche ore fa, dinanzi alla platea che era giunta per partecipare alla presentazione dell’accordo di sponsorizzazione tra la compagnia auto torinese e la Juventus, il manager delle quattro ruote ha dichiarato che “Fiat e Fiat Industrial vanno bene, e andranno avanti lo stesso, e sono in grado di sopravvivere a tutti gli eventi che arriveranno, anche se rimarremo bloccati per mesi sulla riforma”.
Rendimento asta BOT 28 Marzo 2012
La grande attesa sull’asta Bot odierna è stata parzialmente soddisfatta da risultati comunque positivi, nonostante un contesto nazionale e internazionale non troppo sereno. L’Italia sembra infatti scontare qualche turbolenza ai vertici amministrativi, il possibile nuovo allargamento dello spread tra i Btp italiani e gli equivalenti Bund tedeschi, e le possibilità di un peggioramento delle condizioni dei conti pubblici di alcuni membri UE (come la Spagna) che rischierebbero di far scattare un nuovo rischio contagio, minando alla base gli straordinari sforzi compiuti dal Paese.