I dirigenti cinesi sono stati molto espliciti nel rivolgersi all’Unione Europea: lo yuan, valuta ufficiale dell’ex Impero Celeste, raggiungerà lo status di piena convertibilità entro il 2015, così come ha riferito Davide Cucino, presidente della Camera di Commercio comunitaria in Cina. Quattro anni di intensi lavori e trattative sono dunque alle porte, anche se non è ben chiaro quale dipartimento sia coinvolto in tal senso e si sia pronunciato con questa chiarezza. Molto probabilmente, sono sempre parole di Cucino, il processo a tappe verrà indicato in un meeting che si terrà nel corso delle prossime settimane. Una scansione temporale simile potrebbe aiutare Pechino a contrastare in maniera più efficace le critiche che le piovono in merito al commercio globale e agli artifizi che vengono attualmente utilizzati per mantenere lo yuan svalutato.
Primo Piano
Depositi overnight toccano livelli record
Non é solo la notizia di un possibile downgrade da parte di Moody’s che turba i mercati: segnali allarmanti sull’attuale stato di panico dei mercati arrivano anche dalle operazioni di deposito fondi presso la Banca Centrale Europea. Dai dati dell’Eurotower emerge infatti che nei giorni scorsi le banche hanno depositato presso l’Istituto centrale 166,8 mld di euro, valore più alto da inizio anno che supera i 151 mld toccati venerdì scorso. Sembra quindi che gli istituti di credito europei siano riluttanti a prestarsi denaro tra di loro a causa dell’attuale situazione di incertezza anche sui titoli di Stato. Le banche quindi preferiscono depositare la propria liquidità “sotto il mattone” ovvero in un porto sicuro qual’è la Banca Centrale.
FTSE-Mib in territorio neutro dopo il crollo, ecco i livelli operativi
L’indice italiano delle blue-chips dopo la performance di ieri apre, come era prevedibile, in zona neutra e si mantiene in un range di punti ristretto nell’attesa dell’apertura di Wall Street; a sostegno del Mib e del mercato italiano in generale ci sono pochi titoli importanti tra i quali possiamo citare Indesit (+7%), Olidata (+3.48%), Gabetti (+3.46%) e Zucchi (+3.27%) che probabilmente attira l’attenzione su di sè per le notizie sull’aumento di capitale.
Male invece Monti Ascensori (-7%), Snai (prossima al -5%), Pirelli C. Risp. (-3-41%). Recuperano quasi 1 punto percentuale tutti i bancari e gli assicurativi importanti, ma i rispettivi indici settoriali mostrano un’equilibrio che costringe a rimandare nel pomeriggio ogni entrata a mercato.
Manovra e licenziamenti: le modifiche dell’articolo 8
Una delle misure della manovra finanziaria che sta facendo più discutere è quella che riguarda da vicino il mondo del lavoro: il riferimento principale va all’articolo 8 del provvedimento, il quale già non viene visto di buon occhio dai sindacati per le modifiche che sono state apportate. Il tema dei licenziamenti, quindi, sta tornando di stretta attualità. Nel dettaglio, grazie ai nuovi emendamenti, tutti quegli accordi che vengono posti in essere a livello aziendale possono includere una deroga alle leggi nazionali sul lavoro e alle norme relative; questo vuol dire che il licenziamento, anche quello delle imprese con più di quindici lavoratori, potrà diventare più semplice e senza una giusta causa, contravvenendo a quanto disposto dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, vale a dire quello relativo al reintegro nel posto di lavoro.
Mutui tossici: azione legale dalla Federal Housing Finance Agency
Sembra non avere mai fine la vicenda che ha colpito non molto tempo fa l’America, i mutui e le banche, tra le più importanti del nuovo continente: mutui tossici confezionati dalle banche e da loro venduti e rivenduti a investitori privati e istituzionali con miliardi di dollari di profitto per e miliardi di perdite per chi investi in questo genere di strumenti. La notizia é di venerdi: un’agenzia del governo federale ha fatto causa per danni a 17 tra i maggiori istituti finanziari al mondo, per citarne alcune: Citigroup, Royal Bank of Scotland, Bank of America, Hsbc, J.P. Morgan Chase, Goldman Sachs, e Morgan Stanley, di Deutsche Bank, Nomura, Société Générale, General Electric.
Piazza Affari: il rimbalzo di Eni
Grafico decisamente positivo su Eni, nonostante la bufera in cui si è trovata tra news internazionali e nazionali, senza contare il contesto del Mercato. La tendenza fortemente ribassista che ha colpito il settore è iniziata per Eni sul top relativo di Febbraio ed e proseguita lentamente fino a Giugno per poi far precipitare il prezzo in meno di un mese da sopra quota 15 ad appena sotto 12 Euro.
Mutui prima casa per precari, fondo di garanzia
L’Associazione Bancaria Italiana e il Ministero della Gioventù sono uniti da un nuovo provvedimento che va nella direzione delle coppie più giovani: in effetti, tutti quei soggetti che dovessero beneficiare di un contratto lavorativo che non prevede il tempo indeterminato, avranno la possibilità di conseguire dei mutui per la prima casa piuttosto vantaggiosi dal punto di vista delle condizioni. L’intento è quello di perfezionare un buon inserimento delle fasce di età più giovani all’interno della società. Si tratta per l’appunto di un fondo di garanzia dalle caratteristiche ben precise. Anzitutto, il patrimonio iniziale che è stato stabilito per venire incontro ai lavoratori in questione è di cinquanta milioni di euro, mentre la gestione vera e propria spetterà alla Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici, società per azioni che è meglio nota con l’acronimo Consap.
Piazza Affari: FTSE-Mib in rialzo, salgono anche i Btp
Piazza Affari apre in linea con il Mercato Europeo; l’Eurostoxx si porta nelle prime 3 ore al di sopra della media mobile a 200 ore, cominciando il pattern di inversione di lungo periodo con il superamento del top del 25 Agosto. L’Italia segue a ruota e recupera l’ora di ritardo che separa il Fib dal future Europeo velocemente salendo fino a 15340; qui il prezzo si scontra con la resistenza che tiene il rialzo e diventa il punto di ingresso per il pomeriggio. Dopo l’apertura di Wall Street, il superamento di questa statica proietterà in alto il Fib fino al recupero della media mobile a 200 ore che staziona a 15850 punti per il momento, ancora in calo.
Borsa di Tokyo: i consumi americani fanno crollare il Nikkei
Il Tokyo Stock Exchange, la borsa valori giapponese, ha vissuto un mercoledì che può essere ragionevolmente considerato come “nero”: in particolare, occorre rimarcare il calo medio delle azioni che fanno parte dell’indice Nikkei, a causa del clima di scarsa fiducia che viene nutrito dai consumatori americani. In effetti, quest’ultimo dato è sceso al suo livello più basso da oltre due anni nel corso del mese di agosto, un evento che ha influenzato anche le piazze finanziarie estere. Nel dettaglio, il Nikkei ha ceduto 0,4 punti percentuali nel corso delle sue ultime contrattazioni, mentre l’indice Topix è rimasto sostanzialmente invariato (è stato comunque perso lo 0,1%). Molti analisti, tra l’altro, hanno notato che le azioni di Tokyo non sono state vendute oltre il limite.
Manovra finanziaria 2011: aumento dell’IVA
La manovra finanziaria di ferragosto é ancora da lavorare e rielaborare negli ultimi dettagli, il pareggio di bilancio risulta essere la priorità e continuano le perequazioni tra le voci dell’attivo e del passivo delle casse di Stato. In queste ultime ore infatti, giunge notizia dell’aumento di un punto percentuale sui prodotti già tassati al 20%. L’imposta sul valore aggiunto (imposta sui consumi e quindi divincolata da ogni criterio di progressività basato sul reddito) dovrebbe aumentare di un punto dal 20 al 21%. Il gettito aggiuntivo é stimato in 4 miliardi potrebbe servire a dimezzare i tagli previsti agli enti locali e a creare un fondo da destinate sin dal prossimo anno alla riforma fiscale. Nello specifico, di questi 4 miliardi, 2,5 saranno destinati alla riforma del fisco e 1,5-1,8 miliardi alla super Irpef e agli enti locali. Sembra però che 4 miliardi non saranno comunque sufficienti a ridurre i tagli a Comuni e Province.
Rating del Giappone ridotto ad AA3
Periodo di giudizio per alcune importanti economie mondiali. Dopo il declassamento storico degli Stati Uniti e le successive polemiche e indagini da parte del dipartimento di Giustizia, ora tocca al Giappone. Moody’s ha abbassato di un gradino il rating, passato ad Aa3, del debito a lungo termine del Giappone a causa del massiccio indebitamento del Paese giallo, che ricordiamo ha subito un ulteriore aggravio a causa del terremoto nel nordest dell’11 marzo. Il Giappone è indebitato a un livello circa due volte superiore al suo prodotto interno lordo (Pil) e la somma aumenta ogni anno. Il Paese infatti continua a emettere buoni del tesoro per coprire le spese. Solo pochi mesi fa Moody’s aveva avvertito della possibilità di un taglio della AA2 del rating giapponese, a causa dei timori sulla crescita economica.
Euro/Dollaro e non solo: tendenze dal Forex
Azionario in gap-up questo Lunedì 29 Agosto, anche se nel pomeriggio capiremo la direzione della settimana dopo l’apertura di Wall Street, come ogni inizio di settimana. Spostiamoci quindi sul Forex approfittando dell’attesa per cercare di capire cosa sta succedendo mentre la bufera sull’azionario sembra essersi attenuata (al momento).
OCSE: crescita rallenta, timori recessione
Nel secondo trimestre di quest’anno l’economia complessiva dell’area Ocse ha segnato una crescita dello 0,2% a fronte di una ripresa del Pil della zona dello 0,3% nel trimestre precedente. I dati sono stati rilevati e resi noti dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. Meno rosea la situazione dell’Eurozona dove la crescita si è attestata allo 0,2% a fronte di una ripresa dello 0,8% nel trimestre precedente. Prendendo ad esempio due nazioni: la Germania ha subito un rallentamento della crescita dello 0,1% contro l’1,3% del trimestre precedente e la Francia vede una crescita che è pari allo 0% contro un +0,9% del trimestre precedente. La situazione per la Gran Bretagna invece è di una crescita dello 0,2% contro lo 0,5% del primo quarto del 2011. Il lontano Giappone vede invece una flessione del Pil dello 0,3% contro il -0,9% del primo trimestre.
Prezzo petrolio in discesa, benzina stabile
Quando il prezzo del petrolio sale, le correzioni verso l’alto dei prezzi del carburante sono pressoché immediate, ma quando il barile di greggio vede il prezzo abbassarsi, la riduzione del costo di benzina e gasolio è molto lenta a recepire queste modifiche. Si tratta di un problema che ha animato parecchie discussioni, ma in questi giorni, con la crisi economica che imperversa e le possibili soluzioni ancora al vaglio, la situazione è diversa e intervengono le associazioni dei consumatori.