Oro ai minimi dal 2010 dopo le mosse della Fed

 Il trend ribassista dell’oro sperimenta una nuova brusca accelerazione. Nel giro di tre giorni i prezzi si sono allontanati definitivamente dalla resistenza di area 1.400 dollari, per incamminarsi verso i minimi dell’anno toccati lo scorso 16 aprile a 1.321 dollari. L’approdo su questi livelli ha scatenato una forte attività degli operatori finanziari, che si è tradotta con il breakout esplosivo del supporto “psicologico” di area 1.300 dollari l’oncia. I prezzi hanno accelerato al ribasso fino a 1.377 dollari l’oncia. Si tratta del minimo più basso da ottobre 2010.

Fed continuerà a stampare denaro

 Gli investitori internazionali hanno tirato un sospiro di sollievo quando ieri pomeriggio Ben Bernanke, il numero uno della Federal Reserve, ha dichiarato che non ci sarà alcuna interruzione del piano di quantitative easing da 85 miliardi di dollari. La Fed continuerà a stampare denaro, acquistando sul mercato bond e asset-backed securities. I mercati finanziari continueranno ad essere inondati di liquidità, vero motore della crescita senza freni delle borse mondiali. Il tutto mentre l’economia reale dei paesi occidentali arranca e aumentano le distorsioni sui mercati obbligazionari globali.

Wall Street in forte calo dopo tassi Fed

 Wall Street ha chiuso in deciso calo dopo il meeting della Fed, che ha deciso come da attese di confermare il costo del denaro tra lo 0% e lo 0,25% e il piano di quantitative easing da 85 miliardi di dollari al mese. La banca centrale americana ha ribadito la propria volontà di proseguire con questa politica monetaria ultra-espansiva, almeno fin quando la disoccupazione non scenderà sotto la soglia del 6,5% e non ci saranno rischi di inflazione significativi. Gli investitori, però, restano preoccupati per le condizioni dell’economia americana.

Fed taglia stime su Pil Usa 2013-2015

 La Federal Reserve ha confermato la politica monetaria accomodante degli Stati Uniti, mantenendo invariati i tassi di interesse tra lo 0% e lo 0,25% e il piano di acquisto di bond da 85 miliardi di dollari al mese. Tuttavia l’istituto monetario di Washington ha abbassato le stime di crescita sull’economia americana per il periodo 2013-2015. La Fed, guidata dal governatore Ben Bernanke, stima comunque un graduale miglioramento già da quest’anno, dopo il basso ritmo di crescita registrato negli ultimi mesi.

Oro salirà a 2.000$ nel 2013 secondo Bank of America

 Il mercato dell’oro è tornato sotto i riflettori quest’estate sulle aspettative di un nuovo piano di quantitative easing della Federal Reserve. I prezzi sono saliti con decisione a partire dal 21 agosto scorso, quando la quotazione dell’oro era ancora intorno a 1.620$ l’oncia. Il 13 settembre la FED non ha deluso le aspettative dei mercati e ha lanciato, come da attese, il terzo round di allentamento monetario (QE3), generando un nuovo boom dei prezzi dell’oro. Venerdì il future sull’oro quotato sul mercato Comex ha toccato 1.780$ l’oncia.

FED lancia il QE3 con 40 miliardi di dollari al mese

 Era nell’aria da tempo e alla fine ieri sera la Federal Reserve non ha deluso le aspettative dei mercati. L’istituto di Washington ha deciso di lanciare il terzo round di quantitative easing, ovvero un nuovo piano di allentamento monetario che porterà all’acquisto di cartolarizzazioni di mutui al ritmo di 40 miliardi di dollari al mese. Il piano di acquisto titoli è illimitato. Non c’è una data di scadenza precisa, in quanto Bernanke vuole procedere su questa strada fin quando non avrà visto sensibili miglioramenti nel mercato del lavoro.

FED pronta ad agire se la crisi dell’euro peggiorerà secondo Bernanke

 L’attesa audizione di Ben Bernanke al Congresso USA sulle prospettive per l’economia americana ha messo in luce tutte le difficoltà attuali dell’economia mondiale e il rallentamento in corso negli Stati Uniti. Secondo il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, la banca centrale americana è pronta a intervenire nel caso in cui la crisi europea dovesse peggiorare procurando indirettamente un danno anche alla locomotiva economica statunitense. In una testimonianza di fronte alla commissione economia congiunta del Congresso USA, Bernanke è convinto che i rischi per l’economia americana arrivano dal vecchio continente.

La Fed è ottimista sulla disoccupazione americana

 Il numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha confermato il mantenimento dei tassi di interesse a un livello vicino allo zero per almeno altri due anni: la misura in questione rimarrà quindi valida fino al 2014, nonostante la disoccupazione americana sia scesa ai minimi degli ultimi tre anni. L’annuncio risale alla giornata di ieri, quando lo stesso Bernanke ha riferito le sue politiche di fronte al Comitato per il Budget del Senato, mettendo in luce come il tasso degli inoccupati sia giunto all’8,3% nel corso del mese di gennaio. I dirigenti della Fed avevano affermato pochi giorni fa di non aspettarsi un progresso simile fino al quarto trimestre.

La Fed manterrà bassi gli interessi fino a tutto il 2014

 Una ripresa modesta e in fase di rallentamento: la Federal Reserve, l’istituto di credito centrale americano, è convinta che siano queste le due tendenze di base dell’economia statunitense, ma il sostegno da Washington non mancherà di certo e sono già in fase di studio delle proposte che vanno proprio in questa direzione. Anzitutto, rientra tra questi provvedimenti il mantenimento dei tassi di interesse a livelli molto bassi, addirittura inferiori a quanto era stato previsto nei mesi scorsi. Tale situazione, inoltre, dovrebbe durare piuttosto a lungo, almeno fino all’ultimo mese del 2014 (lo scorso mese di agosto, invece, si era parlato di una tempistica diversa, con il 2013 che avrebbe rappresentato la svolta in questo senso).

Il Beige Book certifica la crescita moderata dell’economia Usa

 La pubblicazione del Beige Book da parte della Federal Reserve è il consueto appuntamento che permette di conoscere nel dettaglio lo stato di salute dell’economia americana: l’ultimo rapporto ha preso in esame queste condizioni fino allo scorso 31 dicembre, mettendo in luce dei segnali piuttosto importanti. Anzitutto, le ultime sei settimane dello scorso anno sono state caratterizzate da una crescita economica, anche se moderata, nelle dodici regioni solitamente prese in considerazione dalla Fed (si tratta delle suddivisioni geografiche della banca centrale statunitense). Le vendite che sono state poste in essere nel periodo natalizio hanno rappresentato senza dubbio un traino importante, ma bisogna anche sottolineare la continua debolezza del real estate a stelle e strisce.

La Fed pubblicherà le previsioni sul costo del denaro

 I dirigenti della Federal Reserve cominceranno a rendere pubbliche le previsioni del costo del denaro da qui a pochi giorni: si tratta dell’ultimo annuncio ufficiale della banca centrale americana, la quale è intenzionata a notificare gli interessi di riferimento come passo ulteriore verso una maggiore trasparenza, l’obiettivo primario che si è posto il presidente Ben Bernanke. La decisione è giunta direttamente dal Fomc (Federal Open Market Committee), con una incorporazione importante dei dati per una politica monetaria più appropriata possibile all’interno del Summary of Economic Projections.

La Fed propone nuove regole per le grandi società finanziarie

 La Federal Reserve ha proposto proprio nel corso della giornata di ieri di introdurre nuove regole per le società finanziarie di maggiori dimensioni: si tratta di una delle misure che la banca centrale americana sta selezionando per ridurre la minaccia di queste stesse compagnie nei confronti del sistema economico. In pratica, si andrebbero a corroborare le regole fissate dal Dodd-Franck Act del 2010, anche perché è forte l’intenzione di evitare il ripetersi della crisi di tre anni fa. Le proposte in questione sono precedute da una introduzione della Fed stessa, nella quale viene indicato come si vuole creare un insieme integrato di norme che sia in grado di ridimensionare la probabilità di fallimento sistemico delle società più importanti, oltre a minimizzare i danni prodotti al sistema.

Fed: stress test fino al 2014 per trentuno banche

 Gli stress test tornano ad essere nuovamente protagonisti negli Stati Uniti: la Federal Reserve ha infatti annunciato che ben trentuno banche americane verranno sottoposte a questi controlli relativi ai loro portafogli e servizi, in modo da tentare un contrasto più efficace dell’attuale recessione, oltre ad assicurare che il capitale a disposizione sia sufficiente a coprire le perdite. I peggiori scenari hanno messo in luce un tasso di disoccupazione superiore al 13%, un calo del prodotto interno lordo di altri otto punti percentuali e un declino anche per quel che concerne i prezzi immobiliari.