Correlazione tra borse e materie prime terminata nel 2013

 L’andamento delle materie prime nei primi sei mesi del 2013 è stato molto deludente. Da inizio anno l’indice generale CRB ha perso il 3,5%, anche se le performance sono state molto diverse tra le varie commodity. Alcune hanno messo a segno perdite rilevanti, come l’oro, l’argento e il rame; altre, come il petrolio, hanno registrato continui alti e bassi in un clima di forte volatilità. Ad ogni modo il flop delle commodity può essere attribuito a tre fattori fondamentali. In primis, la fragile ripresa economica frena le aspettative degli investitori.

Italia in recessione per tutto il 2013 secondo l’Ocse

 Secondo l’Ocse, per tutto il 2013 l’Italia non sarà in grado di venir fuori dalla recessione che ha già pesantamente colpito il Belpaese lo scorso anno creando i presupposti per squilibri finanziari, il crollo dell’industria e una disoccupazione a livelli record. Nel suo Economic Outlook, l’Ocse sottolinea che l’Italia non uscirà dalla recessione in quanto dovrà fare i conti con gli effetti del consolidamento fiscale e della stretta sul credito. Inoltre, l’occupazione continuerà a diminuire pesando sempre di più sui bilanci delle famiglie e sulla spesa per consumi.

Turchia rating non è più “junk” secondo Moody’s

 Continua l’ascesa della Turchia nella scala di valutazione del merito di credito delle principali agennzie di rating. Dopo aver ottenuto la promozione di Fitch lo scorso novembre 2012 a BBB-, arriva un nuovo upgrade che porta il rating di Ankara a “investment grade”. Infatti, Moody’s ha deciso di alzare il giudizio sul rating sovrano della Turchia a “Baa3” con outlook “stabile”. E’ lo stesso rating della Spagna, che però ha un outlook negativo. E’ la prima promozione ricevuta da Moody’s negli ultimi 20 anni, che toglie il paese dalla categoria “junk” (spazzatura).

Inflazione aprile 2013 rivista in calo all’1,1%

 Non si ferma la discesa dei prezzi al consumo in Italia, evidenziando contestualmente pericolose pressioni deflazionistiche provocate dalla grave crisi economica e dal forte calo dei redditi delle famiglie, dovuto a mancanza di lavoro ed eccessiva pressione fiscale. Secondo quanto pubblicato dall’Istat, ad aprile il tasso di inflazione ha mostrato un aumento tendenziale dell’1,1%. Si tratta del dato definitivo, rivisto al ribasso dalla stima preliminare dell’1,2% su base annua e dello 0,1% su base mensile. Rispetto a marzo, quando l’inflazione segnò un +1,6%, il calo tendenziale è dello 0,5%.

Tasso Btp ai minimi da gennaio 2006

 I bond pubblici dell’eurozona, sia quelli “core” sia “periferici”, continuano ad essere molto gettonati sui mercati obbligazionari. Dopo il meeting di giovedì scorso della Bce, che ha deciso di abbassare il costo del denaro allo 0,5%, i titoli di stato area euro in “bull market” hanno sperimentato una nuova accelerazione che ha portato i rendimenti di alcuni bond con scadenza decennale ai minimi di sempre. Il Bund tedesco ha visto i tassi scendere all’1,17% (record assoluto), mentre secondo Deutsche Bank i tassi olandesi sono scesi sui livelli più bassi degli ultimi 500 anni.

Disoccupazione Usa torna ai livelli del 2008

 Dagli Stati Uniti sono arrivate oggi ottime indicazioni sull’andamento del mercato del lavoro. I nuovi occupati nel settore non agricolo, ovvero i non-farm payrolls, sono risultati in crescita di 165mila unità nel mese di aprile. Il risultato è migliore delle attese degli analisti finanziari, che si aspettavano un saldo positivo di 145mila unità. Per quanto riguarda, invece, il settore privato il dato è positivo per 176mila unità. Sono stati poi rivisti al rialzo i dati di marzo e febbraio, rispettivamente a 138mila da 88mila e a 332mila da 268mila unità.

Nuova banconota da 5 euro serie “Europa”

 Oggi debutta la nuova banconota da 5 euro, la prima della nuova serie “Europa” che dovrebbe dare il via a un sostanziale rinnovamento delle monete in circolazione nell’area euro. L’esordio della nuova banconota arriva nel giorno in cui il Comitato Direttivo della Banca Centrale Europea si riunisce a Bratislava, in Slovacchia, per decidere relativamente ai temi di politica monetaria e soprattutto il livello del costo del denaro nell’eurozona. La nuova banconota sarà diffusa attraverso i canali tradizionali, ovvero i bancomat e gli sportelli bancari.

Spread sotto 280 con nuovo governo Letta

 Il primo giorno sui mercati finanziari del governo targato Enrico Letta è molto positivo. Gli investitori hanno accolto positivamente la nomina del nuovo premier e la formazione del nuovo esecutivo, formato da 21 ministri di alto profilo. A Piazza Affari l’indice azionario FTSE MIB guadagna l’1,58% a 16.827 punti, aggiornando i livelli più alti degli ultimi due mesi. In forte calo lo spread Btp-Bund, che scende sotto 280 punti base in attesa dell’asta dei Btp di questa mattina. Lo spread quota a 276 punti. Il rendimento del titolo decennale è del 3,98%.

Perché gli spread scendono nonostante la grave crisi?

 I rendimenti dei titoli di stato dei paesi dell’area euro sono in costante calo ormai dalla scorsa estate. Il trend discendente dei tassi non riguarda soltanto i paesi “core”, ovvero Germania, Finlandia, Olanda, Belgio, Francia e Austria, bensì anche i cosiddetti “Piigs”, ovvero Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna. Ciò vuol dire che le “mani forti” (hedge funds, fondi pensione, family office, banche e assicurazioni) stanno facendo incetta di questi titoli, non curandosi affatto dei problemi macroeconomici e di finanza pubblica presenti in molti di questi paesi.

Fitch può migliorare outlook sul rating italiano

L’agenzia di rating Fitch è pronta a migliorare l’outlook sul rating sovrano dell’Italia a “stabile” da “negativo”, ma solo se si formerà un governo di larghe intese in tempi brevi. Lo scorso 8 marzo Ficth taglia rating Italia su elezioni inconcludenti e caduta pil, portando il giudizio sul merito di credito del paese a BBB+ da A- con outlook negativo. Ora Fitch potrebbe migliorare quantomeno l’outlook, che chiuderebbe momentaneamente le porte a un nuovo declassamento. David Riley, responsabile per i rating sovrani di Fitch, suggerisce la formazione di una grande coalizione di governo.

Chiuse 150mila aziende in Italia nel primo trimestre 2013

 L’Italia continua a sperimentare un periodo nero per la sua economia. L’apparato produttivo perde pezzi ogni giorni di più, mentre fatturato e ordininativi dell’industria sono in caduta libera anche a febbraio. Tra gennaio e marzo in Italia sono scomparese 150mila aziende. Nello stesso periodo sono nate 118mila attività, per cui il saldo resta fortemente negativo a -31.351 aziende. Il dato è emerso dall’indagine di Movimprese, che comprende ogni tipo di cessazione, che quindi risulta anche maggiore di quello stimato da Cerved Group.

Regno Unito perde rating Tripla A di Fitch

 In chiusura di settimana arriva una doccia fredda per il Regno Unito, che è stato bocciato dall’agenzia di rating Fitch. Londra perde così la prestigiosa Tripla A, ovvero il giudizio di massima affidabilità creditizia. Il rating è stato abbassato ad “AA+” da “AAA” ma con un outlook “stabile”, per cui non sono previsti ulteriori downgrade nei prossimi mesi. La decisione è arrivata dopo il periodo di creditwatch iniziato il 22 marzo scorso. Sul finire di febbraio per il Regno Unito rating Tripla A tagliato da Moody’s.

Germania ha debito pubblico più alto dell’Italia

 Se gli italiani piangono, a causa della crisi, i tedeschi non possono di certo sorridere, sebbene la locomotiva tedesca sia stata finora una delle poche a riuscire a sostenere il peso della recessione nell’area euro. La Germania deve fare i conti con uno scenario macro in peggioramento, ma fare anche attenzione a tenere maggiormente sotto controllo le finanze pubbliche. Infatti, secondo la Bundesbank (la Banca Centrale tedesca, ndr) nel 2012 il debito pubblico tedesco è aumentato dell’1,5%, toccando i livelli più alti di sempre.

Risultati asta Btp Italia aprile 2013

 Nuovo successo per il Btp Italia, che replica il boom dell’emissione di ottobre scorso quando riuscì a raccogliere ben 18 miliardi di euro. Ieri il Tesoro è stato costretto a chiudere in anticipo la fase di collocamento del titolo di stato italiano indicizzatto all’inflazione, in quanto le richieste degli investitori avevano raggiunto velocemente la soglia-limite oltre il quale il Ministero dell’Economia e delle Finanze preferiva non andare per evitare di dover mettere in conto una raccolta extra non necessaria per le casse dello Stato.